(di Christian Diociaiuti) Una vita trascorsa al volante, nel silenzio di chi lavora con dedizione e non cerca mai riflettori. E soprattutto lontano dalla follia ultras che gli e costata la vita. Così viveva Raffaele Marianella, 65 anni, romano di nascita ma ormai fiorentino d’adozione, ucciso ieri sera da un gesto tanto assurdo quanto vile. Domenica sera era seduto accanto al collega alla guida del pullman dei tifosi del Pistoia Basket, di ritorno dalla trasferta di Rieti, quando una pietra scagliata da ignoti – per ora – ha infranto il parabrezza e lo ha colpito in pieno. Una tragedia improvvisa, che ha trasformato un semplice rientro domenicale in un incubo.
Raffaele non era un tifoso, ma faceva parte del mondo che ruota attorno allo sport. Lavorava, in attesa di tornare dai suoi cari. Da pochi mesi lavorava per la Jimmy Travel, azienda di trasporti con sede all’Osmannoro, una realtà che da anni accompagna i supporter biancorossi in giro per l’Italia. Su Facebook le foto dei viaggi e del suo lavoro.
Marianella viaggiava a fianco dell’autista, come supporto: un sasso lo ha centrato in volto quando il bus passava sulla superstrada a Contigliano. L’agguato – presumibilmente messo a punto da più tifosi reatini – si è consumato mentre il bus, diretto verso Terni e dunque la A1 tra le 20.30 e le 21 – passava in una semicurva, al buio, al centro dello svincolo. Una pietra lanciata da bordo strada è finita verso l’autista, senza oltrepassare il vetro; un’altra, dall’altro lato del parabrezza, lo ha sfondato centrando il 65enne. Non c’è stato nulla da fare: prima i soccorsi dei tifosi toscani sul bus, poi il 118 che per rianimarlo ha impiegato oltre mezz’ora senza successo. Troppo gravi le lesioni cagionate dalla sassata.
Le forze dell’ordine stanno passando al setaccio testimonianze e telecamere lungo la strada. Al momento, l’ipotesi più accreditata resta quella dell’agguato premeditato da parte dei tifosi reatini a tifosi che poco avevano da spartire con loro come quello toscani, al massimo qualche gemellaggio “incrociato”: un’imboscata ai danni del pullman, seguito per alcuni chilometri dopo la partita prima di colpire, per accertarsi che la scorta della Polizia stesse lasciando solo il bus.
Foto: RietiLife – Fb ©








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