Lunedì 20 ottobre alle ore 11 alla Sezione Archeologica del Museo Civico della Città di Rieti in via Sant’Anna 4 sarà presentata la mostra “Acque nascoste: grotte e riti nella preistoria della Sabina”, curata dalla docente di Ecologia preistorica Cecilia Conati Barbaro e dalla dottoressa Nadia Marconi. La mostra, visitabile dal 25 ottobre all’11 gennaio 2026, è promossa, oltre che dal Dipartimento di Scienze dell’Antichità della Sapienza, dalla Soprintendenza, Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti e dal Museo Civico Archeologico di Rieti.
Alla presentazione interverranno l’assessore alla Cultura, Politiche Scolastiche e all’Università Letizia Rosati, la curatrice della mostra Cecilia Conati Barbaro, l’archeologa Nadia Fagiani, la direttrice del Museo Civico di Rieti Francesca Lezzi, il presidente della Fondazione Varrone Mauro Trilli e il sindaco di Poggio Nativo Gianluca Vagni. Con la mostra sarà possibile apprendere delle importanti scoperte compiute nella Grotta Battifratta (Poggio Nativo), sito archeologico preistorico di primaria importanza. Le ricerche hanno messo in evidenza una frequentazione protratta dal Paleolitico Medio (60.000 anni fa circa) fino all’età storica, poiché si hanno tracce del suo utilizzo risalenti al XVI secolo. Tra i reperti più importanti una statuina antropomorfa in argilla, un unicum per il Neolitico dell’Italia centrale, accanto a resti ossei di animali che documentano la ricchezza della fauna locale.
Il progetto espositivo ha curato l’aspetto dell’accessibilità e dei supporti esplicativi, arricchiti da contenuti multimediali. Spazio anche per laboratori e attività esperienziali, basati sull’impiego di modelli fedeli dei manufatti originali. La Fondazione Varrone ha inoltre contribuito alla realizzazione di riproduzioni tattili in 3D di alcuni reperti archeologici rinvenuti nel sito (ceramiche, utensili in osso e pietra, resti faunistici) per garantire un’esperienza accessibile a ogni tipologia di pubblico: a partire da scansioni laser dei manufatti, i modelli sono stati stampati in resina. Il progetto è pensato per offrire un’esperienza sensoriale diretta e partecipativa, che può coinvolgere bambini, persone con disabilità sensoriali e con disabilità cognitive, ma anche chiunque voglia conoscere in modo diverso la cultura materiale del passato.