Pitorri contro il Comune di Torricella: “Autonomie scolastiche difese a parole, ma scuole senza servizi”

Massimo Pitorri, capogruppo di opposizione di “Insieme per il Territorio”, ha replicato rispetto alla questione del dimensionamento scolastico sollevata dai sindaci del reatino, iniziata la scorsa settimana con una protesta di questi ultimi sotto all’edificio della Regione Lazio e conclusasi con la “fumata grigia” di oggi in seguito all’incontro con il Presidente Rocca. A proposito dell’incontro di martedì Pitorri ha detto che è stato importante “non può cancellare anni di mancata attenzione alla scuola da parte dell’Amministrazione comunale”. Esprime soddisfazione per la sentenza del TAR che respinge l’accorpamento dell’Istituto ma sottolinea che “non è un merito del Comune. È una vittoria nonostante il Comune. Mentre oggi si sventola la bandiera della ‘difesa delle autonomie scolastiche’, è bene ricordare che meno di un anno fa, quando la Provincia chiese formalmente al Comune un parere sul riordino della rete scolastica, l’Amministrazione non ha nemmeno risposto. Un silenzio che dice molto più delle parole”.

Pitorri prosegue poi elencando i servizi scolastici essenziali che il Comune di Torricella in Sabina non è stato in grado di garantire. Tra questi lo scuolabus comunale, “sparito da più di dieci anni, con un servizio rattoppato da convenzioni che, ancora oggi, rischiano di lasciare a piedi gli studenti a causa di un giro che è come una coperta troppo corta: dovendo un solo scuolabus coprire più comuni, qualcuno rimane sempre fuori”; la scuola dell’infanzia Angeli di San Giuliano, “chiusa da quasi dieci anni, nonostante il finanziamento ottenuto dal Decreto Sisma 2016” con i bambini che per anni “hanno frequentato nei seminterrati del Municipio” e adesso sono in una sede provvisoria, “priva di servizi igienici adeguati per il personale”. A questo si aggiunge il fatto che “i lavori previsti per la scuola primaria non sono mai partiti, subendo anche ridimensionamenti. Un intervento di miglioramento sismico è stato declassato in una semplice manutenzione del tetto, dopo 4 anni dall’appalto ancora in divenire e mai partita. La mensa scolastica è un servizio a mezzo regime: si inizia a ottobre e si chiude a maggio. Gli alunni, a causa dell’assenza di locali adeguati, mangiano sui banchi, negli stessi spazi dove fanno lezione. La palestra, finanziata con quasi un milione di euro PNRR per interventi certamente eccedenti quelli necessari, a causa di ritardi, è chiusa da anni e sicuramente lo resterà almeno anche per tutto l’anno appena iniziato”.

Una situazione non più sostenibile per i giovani studenti di Torricella, costretti in edifici inadeguati e privi di servizi essenziali, che solleva le critiche dell’opposizione. “Ci chiediamo allora: di quale difesa del diritto allo studio parliamo, se il primo a non essere garantito è proprio il diritto ad avere scuole sicure, attrezzate e accessibili ogni giorno? La verità è semplice: il problema non nasce nelle plausibili scelte sbagliate della Regione, ma nell’assenza di visione e nella cronica inefficienza del nostro Comune. Se vogliamo davvero evitare che la nostra scuola venga accorpata, non basta citare la Costituzione o appellarsi alla retorica delle ‘aree interne fragili’. Serve agire! Serve mettere a terra i fondi già ottenuti, garantire servizi certi, e costruire un’offerta scolastica che attragga nuove iscrizioni, non che le faccia fuggire. Per ora l’Istituto è mezzo salvo. Ma se continueremo su questa strada fatta di ritardi, inadempienze e proclami, a breve non ci sarà più nulla da difendere. A margine, si evidenzia la scelta politica di non aver mai portato l’argomento scuola in Consiglio, come del resto neanche in Giunta. Noi di ‘Insieme per il Territorio’ continueremo a vigilare, proporre e denunciare tutto ciò che ostacola il diritto allo studio. Per rispetto dei cittadini. Per rispetto verso le famiglie, gli studenti e il futuro della nostra comunità, ma soprattutto della verità”.

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