“Quanto sta accadendo nei comuni della provincia di Roma e del Reatino è l’emblema della pessima delibera sul dimensionamento scolastico, che non tiene conto né della geografia, né dei disagi reali che le famiglie vivono ogni giorno. La chiusura di segreterie scolastiche e lo spostamento forzato dei servizi, come quello da Montorio a Monteflavio e poi a Montelibretti, significa costringere i cittadini a percorrere chilometri, senza collegamenti diretti, per poter parlare con un dirigente scolastico. Genitori che non hanno un mezzo proprio devono sperare in coincidenze improbabili di pullman, impiegando anche un’ora di viaggio per una semplice pratica.
È inaccettabile che la Regione Lazio, e in particolare l’assessore Schiboni e il presidente Rocca, abbiano ignorato per mesi le richieste di sindaci e comunità, e le ignorino tuttora che sono in presidio sotto la Regione. Un atteggiamento che dimostra scarsa sensibilità e assenza di rispetto istituzionale. Il TAR e il Consiglio di Stato hanno già sancito l’illegittimità di questo piano, ma la Giunta Rocca preferisce ricorrere in appello invece di aprire un vero confronto con i territori. Non si governa così l’istruzione pubblica: la scuola non è un numero da tagliare, ma un presidio di comunità, soprattutto nelle aree interne e montane.
Oggi i sindaci e i cittadini chiedono di essere ascoltati: per questo sono qui al presidio sotto la Regione Lazio insieme a loro, convinta che questa battaglia non sia di pochi amministratori, ma di intere comunità che difendono il diritto all’istruzione e alla dignità dei territori”. Conclude Emanuela Droghei, consigliera regionale Partito Democratico.