Enac e i ‘bus del cielo’ regionali: nella rete degli aeroporti c’è Rieti, 10 milioni per riqualificarlo. Scetticismo e entusiasmo: i dettagli

(di Christian Diociaiuti) Un volo dimostrativo da Fano a Roma Urbe, poco meno di 50 minuti dall’Adriatico al Tirreno. È decollata così, ieri 15 settembre, la Regional Air Mobility (RAM), il progetto di Enac che punta a creare una rete capillare di collegamenti aerei a corto raggio, con piccoli aeromobili in grado di connettere territori e comunità oggi lontani dai grandi circuiti della mobilità.

Un’idea che guarda all’Italia dei “borghi nascosti” e delle bellezze non ancora invase dal turismo di massa, con l’obiettivo di ridurre drasticamente i tempi di viaggio e favorire la delocalizzazione turistica. Ma soprattutto, per il nostro territorio, c’è una notizia che non passa inosservata: tra i sei aeroporti scelti per i primi interventi c’è Rieti e il Ciuffelli, per il quale sono stati stanziati 10 milioni di euro.

Lo scalo reatino, storicamente legato al volo a vela e alla formazione, diventa così parte di una strategia nazionale che vuole trasformare gli aeroporti minori da “non luoghi” a hub funzionali, integrati nel tessuto economico e sociale. Una prospettiva che arriva a meno di due anni dai Mondiali di Volo a Vela del 2027, che vedranno proprio Rieti tra i protagonisti, confermandone effettivamente la centralità nel panorama aeronautico internazionale.

Il presidente Enac, Pierluigi Di Palma, ha spiegato che si tratta di “un primo passo verso una rete nazionale capillare a corto raggio, per avviare la connettività orizzontale tra Adriatico e Tirreno, tagliando drasticamente i tempi”. Attraverso la società in-house Enac Servizi, l’Ente vuole infatti potenziare l’integrazione aria-aria, superando quella aria-ferro, con un modello innovativo di trasporto regionale che potrà contare su velivoli efficienti, sostenibili e persino pet friendly.

Per Rieti, che da anni attende la realizzazione della Salaria a quattro corsie o di collegamenti ferroviari più rapidi con Roma, il progetto suona quasi paradossale. Un territorio che continua a misurarsi con ritardi infrastrutturali e promesse mancate non può che accogliere con un sorriso amaro l’idea di diventare nodo di una rete di “bus del cielo”. Eppure, se gli investimenti annunciati saranno confermati e accompagnati da un reale sostegno regionale e istituzionale, questa volta lo scenario potrebbe essere diverso.

Lo scetticismo resta, ma i numeri parlano chiaro: 10 milioni destinati alla riqualificazione dello scalo “Ciuffelli” promettono di essere non un annuncio di facciata. Si parla di piste, impianti e servizi rinnovati, con la possibilità di trasformare l’aeroporto in un polo di attrazione per il turismo sportivo e per nuove forme di mobilità.

La sfida, semmai, sarà quella di non isolare questo progetto dal contesto. Perché se Rieti vuole davvero entrare in questa nuova stagione della mobilità aerea, non basteranno i voli dimostrativi: servirà una visione che tenga insieme strade, treni e aerei, evitando che lo scalo diventi una cattedrale nel deserto.

Per ora resta la fotografia di lunedì: un King Air B200 che da Fano è atterrato a Roma Urbe in meno di un’ora, con a bordo dirigenti Enac e rappresentanti istituzionali. Un assaggio di quello che potrebbe accadere anche a Rieti nei prossimi anni. E un invito, per la città, a crederci almeno un po’, perché tra il sorriso ironico e l’opportunità concreta il confine è sottile.

Foto: RietiLife ©

Print Friendly, PDF & Email

Lascia un Commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.I campi obbligatori sono evidenziati *

*

 

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.