Da nativo di Marcetelli mi sento in dovere di riassumere la storia di questo comune dell’Alta Sabina che ha il “primato” di essere il più piccolo del Lazio con i suoi 50 abitanti e che si affaccia nella Valle del Salto e nel Cicolano. Il tutto per consentirne poi la massima divulgazione:
Le origini di Marcetelli sono molto antiche e sono da ritenersi contemporanee a quelle di molti paesi vicini, posti al di qua e al di là del fiume Salto, oggi Lago.
Non si hanno notizie che si possano riferire all’epoca della dominazione romana, o ad epoche precedenti, tranne quelle di Tito Livio sulla guerra contro gli Equi, di alcune vestigia oggi scomparse, di una strada romana costeggiante la riva sinistra del Salto, ritrovate nei pressi di Rocca Vittiana e Sant’Ippolito.
Ciò dimostra che la zona stessa, in quei tempi non era disabitata e fa presumere che le popolazioni ivi stanziate abbiano seguito nel corso dei secoli le sorti di Roma.
Nel secolo X i Saraceni provenienti dall’Italia meridionale attraversarono sia la Valle del Salto che quella del Turano ed assediarono addirittura Rieti. Un chiaro segno del loro passaggio si ha nel fatto che tutti i paesi del territorio sorgono sulle cime dei monti perché le popolazioni, terrorizzate dalla ferocia di quegli infedeli, si rifugiarono sulle alture inaccessibili agli invasori realizzando le nuove dimore.
Ciò spiega perché i primi documenti storici, nominando i paesi della zona, usano la parola latina “castra”, ovverosia “accampamento” o “castello”.
Le prime notizie ufficiali dopo tale fenomeno si hanno dalla seconda metà del secolo XI e sono strettamente legate alle vicende della famiglia Mareri, alla quale appartennero per secoli molte terre al di qua e al di là del fiume/lago Salto.
La famiglia Mareri si affermava verso la fine della dominazione normanna. Filippo, sotto gli Svevi, era barone di Mareri e di altre terre. Successivamente i Mareri vennero in possesso dei feudi di Rainaldo Sinibaldi, il quale nel 1185 aveva ottenuto da Gentile, Abate di San Salvatore di Rieti, alcune terre poste tra i fiumi Turano e Salto al tempo dell’imperatore Federico I detto il “Barbarossa”.
E proprio un esemplare dello stemma dei Mareri “tre piramidi argentee in campo rosso sormontate da tre rose pure d’argento” si trova proprio a Marcetelli, nel cosiddetto “Palazzetto”. Ma il documento più importante e di più antica data, è di Re Carlo D’Angiò datato Napoli 14 giugno1266 con il quale viene concessa a Tommaso Mareri l’investitura di alcuni feudi nello Stato di Cicoli. Da detto documento risulta come Tommaso Mareri, avendo dimostrato di detenere e possedere per successione dai suoi antenati anche i due castelli di Rigatti e Marcetelli situati ai confini del Regno di Napoli con lo Stato della Chiesa, ne ottenne la conferma da Re Carlo.
Altri documenti successivi confermano l’appartenenza di Marcetelli al Regno di Sicilia ed alla contea dei Mareri (Nicolò figlio di Lippo Mareri fu anche signore dei castelli di Rigatti e Ascrea negli anni attorno al 1393). Nel 1530 l’Imperatore Carlo V investì Giorgio Cesarini della metà dei feudi di Rigatti e Marcetelli togliendoli a Francesco Mareri; tre anni dopo lo stesso imperatore (poiché Rigatti e Marcetelli erano compresi nello stato della Chiesa) rinnovando l’investitura al figlio del Cesarini, sostituì agli stessi metà di Poggio San Giovanni e Poggio Valle.
Ma come mai tra il 1273 ed il 1530 Marcetelli (e anche Rigatti) sono passati dal Regno di Sicilia allo Stato della Chiesa? Quando ciò sia avvenuto e perché non è dato sapere, è certo però che il 3 dicembre 1662 Marcetelli fu acquistato per una forte somma, da Maffeo Barberini il quale lo ebbe in vendita dal Vice Re di Napoli Conte di Pignerianda in nome del Re di Spagna Filippo IV mentre rimase ai Barberini fino all’abolizione del feudalesimo decretata da Napoleone Bonaparte nei primi anni del secolo XIX.
Marcetelli entrò così a far parte della Baronia di Collalto Sabino aggiungendosi agli altri paesi che la formavano: Collalto, Nespolo, San Lorenzo, Collegiove, Ricetto, e Paganico, facendo poi parte dal 1863 del Mandamento di Orvinio.
Molto importante poi rilevare come nel 1578 diverse famiglie di Marcetelli accettarono l’invito del cardinale Flavio Orsini di stabilirsi nella tenuta di Montefalco, possedimento degli Orsini, fondando poi il vicino paese di Monteflavio, con il quale è stato fatto nel 2015 un interessante gemellaggio. Un fatto certamente unico!!
Da una ricerca effettuata nell’archivio storico di Varco Sabino risulta che l’autonomia comunale di Marcetelli si sia realizzata nel 1884, essendo in precedenza frazione di quel comune, magari perché si dovette tener conto di uno stato di fatto preesistente cioè che a Marcetelli vi fosse già un ente costituito, come testimoniano i Registri presenti nell’archivio comunale: quattro serie di registri che partono dalla metà del XIX sec. (1843 ca.) e giungono sino al 1992, includendo lo Stato civile del Regno di Napoli (1816-1860), lo Stato civile carloalbertino (1861-1865), lo Stato civile italiano subentrato nel 1866. Il 10 aprile 1923 passa dalla provincia di Perugia alla provincia di Roma e il 12 gennaio 1927 alla nuova provincia di Rieti.
Attualmente fa parte della Comunità Montana Salto Cicolano, nata nei primi anni ’70 e costituita dai comuni di Concerviano, Marcetelli, Varco Sabino, tutti e tre paesi dell’Alta Sabina gravitanti nella Valle del Salto, e dai quattro Comuni del Cicolano: Borgorose, Fiamignano, Pescorocchiano e Petrella Salto. Fa anche parte dal 1999 della Riserva Naturale Navegna – Cervia che ricomprende i comuni di Ascrea, Castel di Tora, Collalto Sabino, Collegiove, Marcetelli, Nespolo, Paganico Sabino, Rocca Sinibalda e Varco Sabino.
Clemente Dominici 13.9.2025