Riceviamo e pubblichiamo una lettera firmata “per sensibilizzare l’amministrazione ad una migliore gestione dei lavori in città, lavori che stanno creando gravi disagi a ormai troppe persone”.
Giovedì 11 settembre 2025, ore 8 di mattina, zona tra Ponte Giovanni XXIII, via delle Ortensie, Piazza Bachelet, via delle Mimose: una ASL, un ufficio postale, un tribunale, 2 scuole (oltre ad altre attività commerciali e uffici vari). Primo giorno di scuola, ingresso degli alunni previsto alle ore 8.20. I più fortunati, inclusa la sottoscritta, sono riusciti ad accompagnare i propri figli in orario all’ingresso della scuola Minervini-Sisti parcheggiando all’altezza della banca Unicredit di via Sacchetti Sassetti. Qualcun altro, che ha poi confessato di essere arrivato già alle 7.45, è riuscito a spingersi addirittura fino alle Poste di viale Matteucci. Molti altri sfortunati temerari, che hanno voluto sfidare la sorte pensando di arrivare con l’auto a Piazza Bachelet, alle 8.30 ancora non erano riusciti a lasciare i propri figli a scuola. E oggi era solo il primo di duecento, lunghissimi, giorni.
Mi viene da pensare: era così difficile, per la nostra amministrazione, pensare con un po’ di anticipo ad una soluzione per evitare di paralizzare uno dei quartieri più centrali e frequentati della città al momento della ripresa delle attività dopo l’estate?
Non dico di fare in modo di terminare i lavori prima di settembre (eresia!), ma almeno, che so, pensare di far eseguire parte dei lavori in orario serale/notturno, o semplicemente sospenderli negli orari di ingresso e uscita dalle scuole, o magari (sacrilegio!) programmare qualche ora di lavoro in più nel finesettima.
Vista la situazione odierna, evidentemente era troppo difficile. Molto più facile riempirsi la bocca di peperoncino e “camparci di rendita” per un anno. Ma vi svelo un segreto: Rieti (per fortuna) non è solo peperoncino).