Dal 1° gennaio 2026 chiude la sede provinciale del Coni: preoccupazione per il futuro dello sport

Una notizia che scuote il mondo sportivo reatino: dal 1° gennaio 2026 la sede provinciale del Coni a Rieti chiuderà i battenti. Insieme a questa, sparirà anche la sede di Sport e Salute, con il trasferimento a Roma dei dipendenti attualmente in forza negli uffici cittadini.

Un duro colpo per le società sportive locali, che perderanno un punto di riferimento storico e fondamentale per la gestione e il supporto delle attività.

La Uisp non ha nascosto la propria amarezza, parlando di una scelta “inaccettabile” e non giustificabile con la sola motivazione di un canone d’affitto troppo alto.

“Dal 1° gennaio non solo la sede del Coni provinciale ma anche quella di Sport e Salute andrà a sparire, nonché i dipendenti, probabilmente trasferiti a Roma. Pensate davvero che tutto sia dipeso dal canone di affitto? Io non lo ritengo un motivo valido, perché non si è ravvisata la volontà di trovare un locale ridimensionato in città ad un costo accettabile. Ravvedo invece la volontà di delocalizzare altrove l’attività di sostegno allo sport reatino. È inaccettabile anche per le maestranze che saranno costrette a fare i pendolari tra Rieti e Roma, con difficoltà economiche, familiari e di stress”, afferma la Uisp.

Secondo l’associazione, la chiusura avrà effetti pesanti:

  • assenza di punti di riferimento per le società sportive reatine;

  • distanza crescente tra cittadini e istituzioni sportive;

  • impoverimento del tessuto sociale;

  • riduzione della domanda di servizi e beni legati allo sport;

  • indebolimento dell’economia locale.

Un quadro che rischia di aggravare ulteriormente le difficoltà di un territorio già alle prese con problemi di spopolamento e carenza di investimenti.

La Uisp lancia un appello diretto alle istituzioni locali:

“Chi si occuperà dello sviluppo dello sport a Rieti e in provincia? Chi produrrà e fornirà servizi di carattere generale? E le competenze professionali del territorio a chi verranno delegate? Le responsabilità ci sono, ed hanno un nome e un cognome. Le istituzioni devono battere i pugni sui tavoli decisionali e trovare soluzioni concrete”.

La chiusura della sede del Coni e di Sport e Salute apre dunque un interrogativo sul futuro dello sport reatino: senza un presidio territoriale, chi si farà carico di accompagnare, supportare e sviluppare le attività delle tante associazioni e società dilettantistiche che rappresentano una parte viva della comunità?

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