Una situazione di ordinaria inciviltà quella accaduta ieri all’inizio di via dei Pini, davanti a un noto negozio di abbigliamento per bambini. Un’auto in sosta vietata ha completamente ostruito l’unico punto del marciapiede accessibile a chi si muove in carrozzina, costringendo un giovane a rimanere bloccato sotto la pioggia per ore.
“Ero lì da un quarto d’ora per andare a vedere se erano arrivati dei libri, quando sono rientrato mi sono trovato davanti questa macchina. Dopo tre ore era ancora lì, senza che nessuno si presentasse. Ho aspettato fino alle 20:15 nella speranza di incontrare il proprietario, volevo solo dirgli che è un fenomeno”, racconta con amarezza.
La vicenda, oltre al disagio fisico, ha avuto conseguenze pratiche pesanti: “Non potevo scendere in strada, né infilarmi tra le macchine per caricare la sedia a rotelle. È una cosa vergognosa. E non è la prima volta che succede: lo fanno spesso, anche quando ho ben visibile il tagliandino disabili”.
Il racconto si allarga anche ad altre esperienze quotidiane che mettono in luce un problema culturale prima ancora che urbanistico: “Al supermercato capita di trovare i posti riservati occupati da chi non ha alcun diritto. Una volta, non trovando posto, ho parcheggiato altrove: non mi sono accorto del marciapiede e con la carrozzina sono cappottato all’indietro in mezzo alla strada, dovendo essere rialzato da quattro persone. E alla fine ti incazzi, perché la gente non capisce davvero cosa significhi vivere queste situazioni”.
Un episodio che non è solo una denuncia personale, ma il simbolo di una difficoltà diffusa: barriere architettoniche, scarsa sensibilità e la mancanza di controlli rendono la vita quotidiana delle persone con disabilità un percorso a ostacoli.