La Federazione Italiana Rugby ha annunciato con profondo dolore la scomparsa di Loreto Cucchiarelli, Azzurro numero 211 e Commissario Tecnico della Nazionale tra il luglio 1988 e l’agosto 1989. L’ex giocatore e allenatore si è spento nella notte del 24 agosto a L’Aquila, città che aveva segnato gran parte della sua carriera sportiva.
Originario della provincia di Rieti, Cucchiarelli aveva indossato a lungo la maglia de L’Aquila Rugby, diventando uno dei leader del XV abruzzese che conquistò i titoli italiani del 1967 e del 1969. Esordì in Nazionale nel 1966 proprio allo stadio dell’Aquila, nella storica vittoria per 3-0 contro la Romania in Coppa Europa, prima delle due presenze complessive con la maglia azzurra.
Da allenatore, riuscì a riportare la squadra aquilana ai vertici del rugby nazionale, guidandola ai tricolori del 1981 e 1982. Nel 1988 venne chiamato sulla panchina della Nazionale maggiore, con cui debuttò contro l’Irlanda a Dublino il 31 dicembre, affidando i gradi di capitano a Guido Rossi. Rimase CT per poco più di un anno, fino al test match perso a Buenos Aires contro l’Argentina nel giugno 1989.
Meno noto al grande pubblico, ma significativo per la città natale, il suo percorso da tecnico lo portò anche a Rieti, dove fu allenatore del Rugby Rieti per tre stagioni, lasciando un segno importante nella crescita del movimento locale.
La Federazione, attraverso le parole del Presidente Andrea Duodo e del Consiglio Federale, ha espresso vicinanza alla famiglia ricordando “lo straordinario e appassionato contributo di Loreto Cucchiarelli al rugby italiano”.
Un uomo che ha saputo vivere il rugby in ogni sua dimensione: da giocatore, allenatore e commissario tecnico, sempre con la stessa passione che lo rese un punto di riferimento per intere generazioni.
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Un grande uomo.
Fu il tecnico che, quando avevo 17 anni, convocò me e altri giovani in Prima Squadra a Rieti. Erano anni in cui il rugby reatino aveva raggiunto un livello nazionale assoluto: uno staff di grande valore, giocatori locali di altissimo livello e una società composta da persone eccezionali, che seppero convincerlo a sposare quel progetto.
La sua scomparsa segna davvero la fine di un’epoca per il rugby reatino… e non solo.
Esprimo tutto il mio cordoglio, anche a nome della Federazione Italiana Rugby, e mi stringo al movimento abruzzese, laziale e reatino in questo momento di dolore” ha dichiarato Maurizio Amedei.
“Un grande uomo.Fu il tecnico che a 17 anni convocò me ed altri giovani in Prima Squadra a Rieti, una Rieti in quegli anni di assoluto livello nazionale, con un grande staff, giocatori reatini di altissimo livello e una società fatta di persone eccezionali, che lo convinsero in quel progetto. Una perdita che segna la fine di un’epoca per il rugby reatino… e non solo. Tutto il mio cordoglio anche come Federazione Italiana Rugby, vicino a tutto il movimento abruzzese, laziale e reatino” lo dice Amedei per Cucchiarelli.