“Come denunciato da Repubblica, nei primi sette mesi del 2025 sono morte 146 persone nelle carceri italiane, di cui 48 suicidi, in un contesto segnato da sovraffollamento, carenze strutturali e mancanza di misure alternative. A fronte di questo dramma, il ministro Nordio sceglie di minimizzare, riducendo tutto a un’arida contabilità e parlando di dati ‘sotto la media’. Una risposta che rappresenta, di fatto, un’ammissione di impotenza e una mancanza di umanità inaccettabile. – Lo dichiara Emanuela Droghei, consigliera regionale del Partito Democratico del Lazio, che aggiunge: “Siamo in piena emergenza climatica, con caldo record e celle surriscaldate, spesso senza ventilazione, dove il rischio per la salute fisica e mentale cresce ogni giorno. Questa condizione colpisce i detenuti, ma anche chi lavora all’interno delle strutture, costretto a turni massacranti, spesso senza la possibilità di godere delle ferie, in un clima di continua emergenza. Ora che molti hanno la testa alle vacanze, c’è chi non smette di soffrire e chi continua a lavorare in condizioni durissime, senza pause e senza tutele. Il governo non può ignorare il legame tra condizioni di detenzione, crisi climatica e condizioni di lavoro del personale penitenziario. Nei penitenziari del Lazio la situazione è altrettanto grave: dal sovraffollamento cronico alle strutture fatiscenti, fino alla carenza di organico. Servono investimenti immediati per ridurre il numero dei detenuti, garantire misure alternative, potenziare il personale e adeguare gli edifici alla nuova realtà climatica. Non possiamo accettare che la pena diventi una condanna alla sofferenza o alla morte, né che il lavoro in carcere diventi un sacrificio insostenibile. La dignità e la salute di ogni persona, detenuta o lavoratrice, sono principi costituzionali che vanno difesi ogni giorno” – conclude Droghei.
