La visione di un’agricoltura comune europea sta entrando in una fase estremamente critica. Il settore primario, già messo a dura prova da cambiamenti climatici senza precedenti, futuri dazi sulle esportazioni e conflitti internazionali, rischia ora di vedere compromessa la propria sopravvivenza a causa di politiche inaccettabili da parte della Commissione Europea.
Tra le ipotesi più preoccupanti figura una riduzione del 25% del budget destinato alle aziende agricole. A questa si aggiunge la proposta di trasferire la gestione dei fondi agricoli ai singoli Stati membri, attraverso un fondo unico nazionale. Una simile scelta minerebbe le fondamenta stesse della Politica Agricola Comune (PAC), uno dei pilastri su cui si è costruita l’unità economica e strategica dell’Europa.
Un ulteriore elemento di forte criticità è rappresentato dall’introduzione del “capping” (un tetto massimo per i contributi) e dalla degressività dei pagamenti in base alla dimensione aziendale. In pratica, le aziende più strutturate, quelle che investono in innovazione e producono per un mercato in continua evoluzione, verrebbero penalizzate invece che sostenute. Una scelta miope e contraddittoria rispetto agli obiettivi di modernizzazione, sostenibilità e competitività del settore.
Tutto questo per Confagricoltura Viterbo-Rieti è semplicemente inaccettabile. Ancora una volta, sembra mancare una visione politica coerente con le reali esigenze del settore agricolo e con le sfide future. Mentre il mondo ci chiede di produrre in modo più sostenibile per nutrire una popolazione in crescita, i decisori politici europei sembrano seguire una traiettoria opposta.
A questo punto, è lecito porsi una domanda scomoda:
Esiste davvero una Politica Agricola Comune oppure il disegno è un altro?
Forse si stanno sottraendo risorse all’agricoltura per destinarle ad altri comparti considerati più strategici da chi decide lontano dai campi. Forse si vuole incentivare l’importazione di prodotti da Paesi extraeuropei, dove però non valgono le stesse regole, e dove i livelli di reciprocità in termini ambientali, etici e sociali sono molto diversi dai nostri.
Vale la pena ricordare che l’80% del territorio dell’Unione Europea è classificato come area rurale. Se non esiste una politica agricola condivisa, non ci sarà stabilità né per gli agricoltori né per i territori.
La decisione sulla nuova PAC non riguarda solo il sostegno a un settore in difficoltà: è una scelta strategica cruciale per il futuro dell’Europa, per la sua coesione interna e per il modello economico e sociale che intendiamo costruire nei prossimi anni.
Bettina Sabatini Presidente Confagricoltura Viterbo-Rieti