“Una strategia nazionale che proclama rinascita, ma che nei fatti produce desertificazione amministrativa”. È dura e accorata la presa di posizione del Comune di Castel di Tora, che denuncia apertamente le contraddizioni della nuova Strategia Nazionale per le Aree Interne (SNAI), rilanciata in questi mesi con l’obiettivo di valorizzare i territori marginali, ma che viene messa in discussione dalla Legge di Bilancio 2025, accusata di colpire proprio i piccoli comuni che dovrebbero essere al centro della rigenerazione.
Una manovra che smantella: oltre 1,3 miliardi di tagli
La denuncia si basa su fatti concreti: i commi 784–811 della manovra finanziaria introducono una serie di tagli considerati “sistematici e profondi”, che mettono a rischio la tenuta amministrativa delle Aree Interne. Tra i più significativi:
- Comma 796: taglio da 600 milioni di euro alle opere pubbliche per la sicurezza di edifici e territorio (dal 2028 al 2030).
- Comma 798: eliminazione totale del fondo dedicato ai comuni sotto i 1.000 abitanti.
- Comma 799: riduzione dei fondi per la progettazione degli enti locali: -200 milioni nel 2025, -100 milioni/anno fino al 2031.
- Comma 801: abrogazione del fondo investimenti previsto dalla legge di bilancio 2020.
- Comma 802: taglio da 89,9 milioni al fondo per la sicurezza degli edifici pubblici (2025–2027).
- Comma 803: tagli alla mobilità ciclistica tra il 2029 e il 2033.
Piccoli comuni sotto attacco: “Condannati all’isolamento”
Per realtà come Castel di Tora e molti altri borghi italiani, questi tagli mettono in ginocchio la possibilità di garantire servizi essenziali, partecipare ai bandi del PNRR, progettare nuove iniziative e rispondere agli standard minimi di sicurezza e vivibilità. Le conseguenze? Isolamento amministrativo, spopolamento e sfiducia nelle istituzioni.
Il sindaco D’Alessandro: “Una politica schizofrenica”
Nel documento diffuso ufficialmente e firmato dal sindaco Cesarina D’Alessandro, si parla apertamente di “paradosso istituzionale”. Da una parte si celebrano i borghi con festival e spot istituzionali, dall’altra si cancellano i fondi che consentirebbero di tenerli in vita.
“Difendere i piccoli comuni – scrive la sindaca – non è una battaglia nostalgica. È una scelta strategica per un’Italia coesa, sostenibile e giusta. I borghi non si salvano con le parole, ma con i mezzi per vivere, pianificare, progettare.”
Le richieste del Comune di Castel di Tora
Alla luce della situazione, il Comune avanza quattro richieste precise al Governo e al Parlamento:
- Ripristino immediato del fondo da 58.000 euro annui per i comuni sotto i 1.000 abitanti.
- Istituzione di un fondo di coesione strutturale, stabile e pluriennale per sostenere progettualità e investimenti di base.
- Integrazione reale tra SNAI, PNRR e finanza locale, con risorse garantite e regole semplificate.
- Rafforzamento del fondo per l’efficientamento energetico, portandolo ad almeno 100.000 euro, anche tramite meccanismi di cumulo tra comuni limitrofi.
“Una questione di giustizia territoriale”
Il documento si chiude con un invito chiaro: basta retorica, servono scelte strutturali e coraggiose. “O si riconosce ai piccoli comuni un ruolo strategico, oppure si abbandoni ogni retorica sui ‘presìdi territoriali’”, conclude il sindaco, con una preghiera di massima divulgazione.
Una voce che si unisce al grido d’allarme di tanti altri borghi italiani, sempre più soli nella sfida per la sopravvivenza.