Urbanistica “spericolata”: Sinistra Italiana AVS chiede chiarezza sull’ex dopolavoro Snia
Sono ripresi da alcune settimane i lavori all’interno dell’area dell’ex dopolavoro Snia, e secondo quanto riferito da Sinistra Italiana AVS – Circolo Rieti città, in quella zona potrebbe sorgere l’ennesimo supermercato. Una scelta che, secondo il gruppo politico, va nella direzione sbagliata per il futuro urbanistico di Rieti.
«Sembra quasi – scrivono da Sinistra Italiana – che la vocazione reatina, anziché turistica o culturale, sia quella di diventare un grande centro commerciale cittadino globale». Il partito ricorda come già nel 2010 l’area fosse stata oggetto di un’interrogazione in Consiglio comunale e di una risposta dell’allora assessore all’Urbanistica, Costini, nella quale veniva chiarito che:
- l’area era sottoposta a bonifica;
- nessun utilizzo sarebbe stato possibile prima del completamento delle operazioni e dei collaudi;
- ogni intervento sarebbe dovuto rientrare in un progetto unitario di recupero dei tre grandi siti industriali dismessi: ex zuccherificio, ex Snia e Montedison;
- e che la frammentazione degli interventi non sarebbe stata ammessa.
Oggi, con la ripresa dei lavori, Sinistra Italiana AVS chiede con forza chiarimenti all’Amministrazione comunale, al Sindaco e all’assessore all’Urbanistica:
- È stata completata la bonifica dell’area ex Snia, condizione necessaria per ogni intervento?
- Che cosa è cambiato rispetto alla volontà espressa nel 2010 dal Consiglio comunale, che vincolava gli interventi all’interno delle ex aree industriali a un progetto unitario?
«Perché – si chiedono ancora dal circolo reatino – oggi si autorizza un intervento parziale, in contrasto con quanto deciso dalla giunta Emili e con la visione urbanistica espressa nel PRG, che individuava in quelle aree il cuore del futuro centro moderno di Rieti, con funzioni di valenza provinciale?»
L’eventuale realizzazione di un nuovo supermercato, conclude la nota, non appare in linea con una visione strategica e moderna dello sviluppo urbano, ma piuttosto come l’ennesima occasione persa per dare un’identità forte e innovativa a una zona simbolica della città.