Parcheggi a pagamento. Paolucci (Uil Rieti): “Cittadini sommersi dalle tasse per risanare il bilancio”

“Sono state battezzate Oasi blu ma in realtà sono una ulteriore tassa per i cittadini reatini. I parcheggi a pagamento, che nelle intenzioni del Comune dovrebbero garantire maggiore fruibilità a residenti e a clienti delle attività commerciali, sono soltanto un’altra modalità per togliere soldi dalle tasche delle persone”. Lo dice Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana.

“La Tari è aumentata – spiega Paolucci – un nostro studio ne ha infatti certificato la crescita: se nel 2023 la bolletta ammontava a 360 euro, nel 2024 è salita a quasi 394 euro. Non solo. Rieti è anche una delle città italiane dove il peso delle addizionali Irpef regionali e comunali è più elevato. Il recente studio realizzato dal Servizio stato sociale, politiche fiscali e previdenziali della Uil, pone la nostra città al sesto posto con un totale di 586 euro (se si considerano i redditi pari a 20mila euro), mentre sale al quarto posto con 1412 euro, se si considerano i redditi pari a 40mila euro”.

“Sembra che l’amministrazione comunale stia scaricando sui suoi cittadini – dice l’esponente sindacale – l’ingrato compito di tappare le falle dei conti amministrativi. Solo così si può spiegare la scelta di far pagare la sosta in quasi mille parcheggi. Un conto è disincentivare l’uso del mezzo privato nelle aree strettamente centrali, un altro è disseminare qua e là strisce blu rendendo la vita delle persone sempre più complicata”.

“All’amministrazione comunale – prosegue il sindacalista – vorremmo ricordare che le persone non navigano nell’oro, che tutti i giorni fanno i conti con una spinta inflattiva e una perdita del potere di acquisto non indifferente. All’amministrazione comunale vorremmo anche ricordare che gli stipendi medi annui dei lavoratori del settore privato sono i più bassi di tutta la regione, essendo pari a 23.140 euro (per i tempi pieni) e 10.847 (per i tempi parziali).  E se consideriamo che lo scorso anno dei 13300 rapporti di lavoro attivati, 11mila sono stati atipici e soltanto 2300 sono stati stabili, ci chiediamo come possano tante persone della nostra città arrivare a fine mese”.

“Si può ammettere l’errore e fare un passo indietro – conclude Paolucci – c’è ancora tempo per rivedere e mettere un freno a questa forsennata corsa alle strisce di blu, perché le persone vanno aiutate, non spremute come invece sta succedendo in questi ultimi anni a Rieti”.

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