Da territorio marginale a laboratorio di innovazione sociale e ambientale: l’Alta Sabina cambia volto e lo fa con una grande festa collettiva. Sabato 12 luglio, a Marcetelli – il più piccolo comune del Lazio – dieci sindaci dell’area sabina firmeranno ufficialmente gli intenti per il Patto territoriale per l’Energia, il Clima e la Società, sancendo la nascita di una comunità virtuosa e resiliente, sostenuta da 3 milioni di euro di fondi del PNRR “Green Communities”.
Musica, passeggiate, mercati contadini, stand enogastronomici e laboratori per bambini animeranno le strade di Marcetelli in una giornata pensata per coinvolgere la cittadinanza e celebrare le risorse del territorio. Fulcro simbolico dell’evento sarà il suggestivo Ballo delle Pantasime: per la prima volta, le maestose raffigurazioni femminili in cartapesta – legate a riti arcaici di fertilità – provenienti dai dieci comuni si riuniranno in una coreografia collettiva, celebrando l’identità condivisa e il futuro sostenibile dell’Alta Sabina.
Il patto che viene firmato sabato 12 in una riunione collettiva e allargata del consiglio comunale dai sindaci di Rocca Sinibalda, Belmonte, Colle di Tora, Longone, Marcetelli, Torricella, Monteleone, Poggio Moiano, Poggio San Lorenzo e Varco Sabino – per un totale di circa 3.500 abitanti – punta a contrastare lo spopolamento cronico dell’area e a invertire la rotta: l’obiettivo è un incremento del 5% della popolazione residente entro il 2035.
Cuore del progetto “IN. Alta Sabina” – dove “IN” sta per intelligenza naturale – è la valorizzazione delle risorse esistenti attraverso strumenti innovativi e partecipativi. Tra le azioni previste: la creazione di comunità energetiche locali, la produzione di energia rinnovabile (idroelettrico, fotovoltaico, biomasse), la mobilità elettrica con nuove stazioni di ricarica, la gestione sostenibile dell’edilizia e una rete di cammini per sviluppare un turismo lento e responsabile. Elemento fortemente innovativo del progetto, la definizione del valore dei servizi ecosistemici (acqua, foreste, difesa del clima) che è alla base della realizzazione di una valuta locale che metterà in relazione la creazione di valore ambientale con lo scambio di servizi tra gli abitanti del territorio. Una vera rivoluzione sociale in cui i cittadini stessi, insieme ad amministratori e imprese, attribuiscono valore economico alle azioni virtuose, costruendo una rete solidale e circolare.
Quello dell’Alta Sabina si candida così a diventare un modello replicabile per altre aree interne italiane: un progetto in cui tradizione e innovazione, memoria e futuro, si intrecciano nel segno della partecipazione e della sostenibilità. E proprio nella Festa della Pantasima – dove la comunità si incontra, si riconosce e danza insieme – si manifesta tutta la forza simbolica e concreta di questa rinascita collettiva.