Il Comitato Civico 3e36 di Amatrice e Accumoli esprime preoccupazione, sdegno e indignazione per quanto contenuto nel Piano Strategico Nazionale per le Aree Interne 2021–2027, approvato dal Governo e pubblicato dal Ministero della Coesione a marzo 2025. “In particolare, riteniamo gravemente lesivo della dignità delle comunità appenniniche – già colpite da catastrofi naturali, abbandoni istituzionali e depotenziamento strutturale – il punto 4 a pagina 45 – scrive il Comitato 3e36 in cui si afferma testualmente che:
“Un numero non trascurabile di Aree interne […] non può porsi alcun obiettivo di inversione di tendenza. Hanno bisogno di un piano mirato che le accompagni in un percorso di cronicizzato declino e invecchiamento.”
Queste parole sono inaccettabili. Sono una condanna a morte pianificata. Sono una resa deliberata, pronunciata da chi dovrebbe invece garantire e difendere l’eguaglianza dei cittadini e dei territori.
Questa dichiarazione viola l’articolo 3 della Costituzione, che impone alla Repubblica di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale” che limitano l’uguaglianza e impediscono il pieno sviluppo delle persone.
Viola anche l’articolo 118, che impone di valorizzare le autonomie e le comunità locali.
Viola il principio di unità e solidarietà territoriale, sancito dalla Carta e dal buon senso repubblicano.
È inaccettabile che un documento programmatico dello Stato Italiano legittimi l’abbandono di intere porzioni del Paese, definendo irreversibile il declino e perfino predisponendo un “accompagnamento alla morte” sociale e demografica.
È inaccettabile che proprio quelle aree – già ferite da terremoti, Amatrice e Accumoli 2016, isolamento, disuguaglianze e politiche miopi – siano ora ufficialmente escluse da qualsiasi ambizione di riscatto, rilancio e dignità.
Il Comitato Civico 3e36:
• chiede l’immediato ritiro o la modifica formale di tale passaggio dal Piano Strategico Nazionale, in quanto offensivo, discriminatorio e illegittimo;
• pretende dal Governo e dal Ministero della Coesione una presa di posizione pubblica, con chiarimenti e assunzione di responsabilità;
• ?chiede al Parlamento di vigilare su ogni atto che metta in discussione l’integrità costituzionale del Paese e sollecita il coinvolgimento della Corte dei Conti per verificare la legittimità e la coerenza del Piano rispetto alla Costituzione. Al tempo stesso, il Comitato chiede al Governo e al Ministero della Coesione di prevedere misure, interventi e risorse concrete per invertire il declino, non per accompagnarlo.
Se il piano verrà lasciato in vigore in questa forma, non resterà che parlare di una strategia ufficiale di eutanasia sociale delle aree interne. Un atto grave, politicamente, moralmente e giuridicamente.
Noi non ci stiamo. Non ci adatteremo alla scomparsa programmata. Non chiederemo permesso per esistere.
Il nostro diritto alla vita, alla dignità e alla speranza non è negoziabile.
Nell’area sisma 2016 il Comitato chiede inoltre agli organi costituzionalmente preposti la creazione di un cratere sismico ristretto con norme di particolare vantaggio riservate a quei pochi Comuni che come Amatrice, Accumoli e Arquata sono maggiormente svantaggiati di altri perché hanno avuto distruzione sismica massima e lamentano evidenti ritardi nella ricostruzione: un immediato sforzo nella costituzione di un cratere ristretto che dovrà lavorare per portare gli “ultimi” vicino ai “primi”” conclude il Comitato 3.36.