Pietropaoli alla Rana: “Rieti deve tornare a sognare. Sport reatino? Ricreiamo un tavolo con tutte le società”

(di Cristian Cocuccioni) Un nuovo appuntamento con La Rana nel Pozzo, il talk politico e di attualità in onda su RietiLife Tv (canale 210), ha visto protagonista Roberto Pietropaoli, patron della Sebastiani Rieti. A condurre la puntata, come sempre, il direttore Emiliano Grillotti, in un dialogo a tutto campo che ha toccato sport, economia locale, impiantistica e il futuro della città.

Pietropaoli ha confermato che la costruzione della rosa della Sebastiani è ormai agli sgoccioli: “Abbiamo quasi completato la rosa. Mancano il secondo playmaker e il secondo americano. La parte tecnica è affidata al coach Franco Ciani, in cui riponiamo piena fiducia, mentre gli altri aspetti toccano a me”.

Parlando del rapporto tra sport e contesto economico cittadino, il patron non ha nascosto le difficoltà: “È un miracolo che la Sebastiani, in due anni, sia arrivata in semifinale. Guardiamo la Fortitudo Bologna: ha una potenza economica sei volte superiore, solo con gli abbonamenti. È normale arrivare dietro certe realtà, ma la fortuna è che nello sport i numeri non sono tutto. Quest’anno siamo arrivati addirittura quarti. Mentre Bologna copre il budget al 70% con le entrate al botteghino, io devo trovare l’80% altrove. Ringrazio gli sponsor, che stanno crescendo, e gli abbonati: quasi tutti quelli dello scorso anno hanno già rinnovato”.

Sul futuro della pallacanestro reatina, Pietropaoli ha affermato: “Aspettiamo l’ufficialità, ma siamo l’unica squadra della città in Serie A. Giuseppe Cattani ha dato tanto a Rieti e dopo il fallimento della gestione Papalia, ha rimesso in moto il basket. Ora ci sono io, ma il basket reatino deve rimanere nel panorama nazionale”.

Arriva anche un messaggio distensivo sul fronte sportivo: sulla possibilità che i tifosi della Npc si avvicinino alla Sebastiani, Pietropaoli ha dichiarato: “Sarei felicissimo se decidessero di venire al palazzetto. Li ringrazio uno ad uno. Sono aperto sempre al dialogo: il 13 settembre presenteremo ufficialmente la squadra al PalaSojourner e poi faremo un rinfresco con della pizza. Sono invitati: potremmo chiacchierare e discutere di tutto. Si deve tifare per la Sebastiani e per Rieti, non per il proprietario. Ci può stare che io sia antipatico per alcune persone, ma si deve tifare Rieti, non me”. Un’apertura che mira a unire la tifoseria cittadina sotto un’unica bandiera: quella della città.

Emblematica la risposta alla domanda su quale sia la sua “partita dei sogni”: “Semifinale scudetto contro la Virtus Bologna e batterla”. Durante la puntata, Pietropaoli ha risposto anche alla consueta chiamata de La Rana nella quale ha risposto a Gianni Petrucci, presidente FIP: “La Federazione deve appoggiare le squadre e le squadre devono fare lo stesso con la Federazione. È un rapporto reciproco”.

Il tema dell’impiantistica è stato uno dei nodi più importanti trattati in puntata. Il PalaSojourner, ha spiegato Pietropaoli, non è idoneo alla Serie A1: “Serve una task force per adeguarlo se dovesse esserci la promozione. Udine ha dovuto sistemare 80 posti, da noi ne mancano 500. Quando l’ho trovato era in degrado, ora è un gioiellino. Ma in caso di promozione bisogna agire subito”.

Roberto Donati, organizzatore con San Marco Events, a La Rana nel Pozzo, aveva detto che stava cercando di programmare un’amichevole della Nazionale di basket italiana al PalaSojourner: “La Federazione richiede 5mila posti – ha risposto Pietropaoli – quindi al momento non penso si possa fare. Puntiamo magari a ospitare qualche raduno giovanile”.

Infine, il patron ha lanciato un appello accorato alla città e alle istituzioni: “A Rieti serve tornare alla sinergia tra società sportive e Comune. Anni fa avevo creato un tavolo con tutte le realtà cittadine: lì poteva nascere una visione comune. Si deve ripartire da lì. Non basta dire che facciamo la Serie A2. Rieti deve essere unita, lungimirante, aperta. Quando esce il sole, è per tutti. La Sebastiani non basta da sola. Bisogna creare una base, una struttura duratura. I proprietari passano, ma il sistema deve restare. Rieti non va spremuta, va amata. Deve tornare a sognare”. Un’intervista intensa che va oltre il campo da gioco, e lancia un messaggio chiaro: senza unità, visione e passione condivisa, nessuna impresa sportiva può durare a lungo.

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