Un progetto ambizioso, con l’unico obiettivo di rigenerare culturalmente e socialmente un borgo dell’Italia interna, si è scontrato con un netto rifiuto da parte del Consiglio Comunale di Orvinio. La proposta, dal titolo “La Divina Commedia a Orvinio”, promossa dall’Associazione culturale La Commedia APS, è stata bocciata durante la seduta del 26 giugno scorso, con motivazioni che il presidente dell’associazione definisce “pretestuose, miopi e deprimenti”.
Il progetto, autofinanziato, aveva l’ambizione di portare Dante e la sua opera in un contesto periferico come Orvinio, non per sostituire l’identità locale, ma per valorizzarla all’interno di una narrazione più ampia e contemporanea. L’iniziativa si proponeva infatti di creare un percorso culturale partecipato, capace di generare turismo lento, consapevole, e di restituire centralità a un borgo in costante declino demografico e sociale.
In un comunicato firmato da Pietro Attilia, ideatore del progetto, si risponde punto per punto alle obiezioni sollevate dalla giunta comunale, tra cui l’assenza di un legame diretto tra Dante e Orvinio, il rischio di oscurare le eccellenze locali, e il timore che l’iniziativa potesse snaturare l’identità del paese o portare un turismo non radicato.
“Nessuna eccellenza locale sarebbe stata dimenticata – si legge nel documento – la grande cultura accende, non spegne. L’identità di un paese è viva solo se evolve. Sognare in grande è l’unica strada per sopravvivere”.
Il progetto è stato dunque respinto senza che venissero presentate proposte alternative. Una decisione che l’associazione interpreta come un segnale politico, privo di visione e controproducente:
“Chi lo ha respinto si assume la responsabilità di aver soffocato una speranza, senza offrire alcuna alternativa credibile”.
Nel frattempo, l’associazione non si ferma:
“Continueremo a difendere questa visione – afferma Attilia – perché crediamo che anche da un piccolo paese possa sorgere qualcosa di grande”.
Questa vicenda riaccende il dibattito sul ruolo della cultura nei processi di rigenerazione dei borghi italiani, sempre più spopolati e abbandonati. La cultura, soprattutto quando proposta con passione e visione, potrebbe essere la chiave per invertire la rotta. Ma servono apertura, coraggio e, soprattutto, politica con uno sguardo lungo.