Un momento denso di significato ha scandito la mattinata di oggi presso la Compagnia Carabinieri di Poggio Mirteto, dove si è svolta la cerimonia di intitolazione de “La Stanza di Dora”, la nuova sala d’ascolto protetto per vittime di violenza di genere e maltrattamenti in famiglia, accompagnata da un’area giochi dedicata ai minori.
Un’iniziativa concreta e simbolica che rappresenta un passo fondamentale nel contrasto alla violenza domestica e nella costruzione di spazi sicuri dove le vittime possano sentirsi accolte, ascoltate e tutelate.
La sala è stata dedicata a Dora Fabbo, moglie del Generale Carlo Alberto dalla Chiesa, figura discreta e coraggiosa che ha vissuto accanto a uno dei protagonisti della lotta al crimine organizzato in Italia. Una donna che ha scelto il silenzio dell’impegno quotidiano, pagando con la vita il prezzo delle paure e delle tensioni di un’epoca segnata dal terrorismo.
“Con questa intitolazione” – è stato detto nel corso della cerimonia – “si restituisce simbolicamente a Dora quella protezione che lei ha garantito per tutta la vita al marito e alla sua famiglia. E si offre alle donne di oggi un luogo in cui sentirsi finalmente viste, ascoltate e credute.”
A moderare l’evento è stato il giornalista vicedirettore del TG1 Marco Franzelli, che ha accompagnato con sensibilità e competenza gli interventi delle autorità e dei protagonisti della giornata.
Commossi e sentiti i contributi dell’On. Rita dalla Chiesa, figlia di Dora e del Generale, che ha ricordato la madre come “una donna dalla forza silenziosa, che ha vissuto il dovere con la stessa intensità del marito, ma lontana dai riflettori”, ringraziando nel contempo l’Arma dei Carabinieri di aver intitolato a sua madre Dora un luogo così importante, e del Procuratore della Repubblica Paolo Auriemma, che ha sottolineato il valore della sala “non solo come strumento investigativo, ma come luogo di ascolto ove si può fare anche prevenzione”.
Il Col. Valerio Marra, Comandante Provinciale dei Carabinieri di Rieti, ha ringraziato tutti i promotori del progetto, evidenziando come La Stanza di Dora rappresenti “un segno tangibile dell’umanità dell’Arma, capace di accogliere, proteggere e accompagnare chi è più fragile in un momento storico in cui questa odiosa tipologia di reato è in sensibile aumento specie in sabina”.
Fondamentale il contributo del Lions Club Farfa Cures e della Fondazione Varrone di Rieti, che hanno finanziato la realizzazione della sala e dell’area giochi.
Grande emozione anche per l’intervento d’apertura dell’evento da parte dell’attrice e doppiatrice Domitilla D’Amico, che ha prestato la sua voce per leggere la motivazione dell’intitolazione a Dora Fabbo, suscitando un lungo applauso e momenti di profondo raccoglimento.
Numerosi i sindaci della Sabina presenti, insieme a operatori dei centri antiviolenza, rappresentanti delle istituzioni locali, e a tanti cittadini e cittadine, in un clima di forte partecipazione collettiva.
“La Stanza di Dora” non è solo un luogo fisico, ma un simbolo di rinascita, dignità e speranza. Un luogo dove ogni donna potrà sentire, come Dora, che la sua voce ha valore e che nessuna battaglia deve essere combattuta da sola.