Ato unico regionale. Paolucci (Uil): ”No, grazie. Consiglieri reatini tutelino la risorsa idrica locale”

“Per il momento è soltanto una proposta di legge. Tante negli anni non hanno concluso il loro iter rimanendo lettera morta. Ma l’iniziativa in questione sintetizza l’aria che tira intorno a una risorsa pubblica e un bene primario come l’acqua”. Lo dice Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti e della Sabina Romana, in merito alla proposta di legge regionale per istituire l’Ato unico regionale per la gestione del servizio idrico integrato, che nell’intenzione dei proponenti dovrebbe ridurre gli sprechi razionalizzando la risorsa idrica

“Sembra di ascoltare le stesse considerazioni di tanti anni fa – ricorda Paolucci – quando vennero creati gli Ato provinciali che, sottraendo la gestione dell’acqua ai Comuni, avrebbero dovuto appunto mettere in piedi un servizio efficiente. Alla prova dei fatti, così non è andata”.

“Con questa proposta di legge – prosegue il sindacalista – si rischia di allontanare il servizio idrico dai territori spostando tutte le decisioni in Regione. Già in passato con la giunta Zingaretti c’era stato un progetto simile, fortunatamente poi fallito. Adesso però il rischio che gli enti locali si vedano spogliati di un bene prezioso, patrimonio delle comunità, per metterlo nelle mani di chi vuol farne un business, è concreto”.

“Siamo e saremo sempre schierati con fermezza a difesa della gestione pubblica del servizio idrico – conclude Paolucci – nell’assoluta convinzione che quanto paventato non potrà avvenire nel silenzio generale ma destinato a diventare il tema per una trasversale e massiccia mobilitazione, senza ipocrisie e opportunismo politico. E’ per questo che chiediamo ai consiglieri regionali reatini, di maggioranza e di opposizione, di dire no a questa proposta di legge, affossandola prima che gli appetiti delle aziende prendano il sopravvento sulle decisioni popolari. Nessuno dimentichi che attraverso il referendum del 2011 oltre 26milioni di italiani decisero che sull’acqua non si sarebbe potuto più fare profitto”.

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