“No all’Autorità Idrica unica per il Lazio”: il Comune di Castel Sant’Angelo boccia la proposta di legge regionale n. 206

Il Comune di Castel Sant’Angelo col sindaco Luigi Taddei prende posizione con forza contro la proposta di legge regionale n. 206, presentata da alcuni consiglieri regionali del Lazio, primo firmatario Mitrano, che punta all’istituzione dell’Autorità Idrica del Lazio. Una proposta definita “preoccupante” e “fuori dalla realtà” dal presidente del Comitato analogo di APS (Acqua Pubblica Sabina), che in un lungo comunicato ufficiale ha espresso contrarietà e chiesto un ripensamento immediato.

Al centro della contestazione c’è la volontà di superare gli attuali 5 ambiti territoriali ottimali (ATO), tra cui l’ATO 3, che comprende la provincia di Rieti e 8 Comuni della Città Metropolitana di Roma, per arrivare a un’unica gestione centralizzata a livello regionale. Una scelta che secondo il Comune reatino, oltre a ignorare la diversità territoriale e orografica della regione, rischia di penalizzare le realtà virtuose e i territori interni.

Il nostro ambito – scrive il Comune – ha scelto la gestione in house, interamente pubblica e partecipata dai Comuni, a differenza di altri ATO dove la gestione è affidata a società private e le tariffe risultano anche tre volte più alte. Un modello efficiente e vicino ai cittadini che non può essere cancellato con una legge calata dall’alto”.

Il comunicato contesta anche alcune affermazioni contenute nella relazione della proposta di legge, in particolare quella sulla presunta “dipendenza idrica” di molti Comuni dell’ATO 3 dal sistema Peschiera-Le Capore. “Una tesi infondata, perché quel sistema si trova interamente nel territorio reatino e viene già gestito in modo solidale, come dimostra la recente decisione di concedere una derivazione idrica integrativa all’ATO 1 per risolvere il problema dell’arsenico nel Viterbese”, si legge nella nota.

Dubbi anche sulla fattibilità giuridica della proposta: ogni ATO ha oggi gestioni affidate con gare pubbliche per i prossimi 25-30 anni, e non è chiaro come si possa superare tutto ciò. “Non c’è alcuna risposta nei 25 articoli della proposta”, si legge ancora.

Il Comune chiude con un appello ai promotori della legge: “Impegnatevi sulle vere priorità, come la salute pubblica e gli investimenti necessari sul sistema idrico, e abbandonate proposte che sembrano più provocazioni politiche che progetti concreti”.

Infine, un richiamo orgoglioso al ruolo della provincia di Rieti: “Dal 1908 forniamo acqua potabile e energia elettrica a Roma senza aver mai avuto ristoro. Ora basta. Il nostro ambito lo vogliamo gestire direttamente, con responsabilità e rispetto per i territori”.

 

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