Associazione commercianti di Amatrice: “Stop all’emergenza continua, subito interventi strutturali per i centri commerciali”

A nove anni dal sisma che ha devastato Amatrice, l’Associazione Commercianti lancia un grido d’allarme e chiede interventi urgenti e risolutivi per i centri commerciali e le attività produttive del territorio. Dopo l’ennesima “bomba d’acqua” che ha allagato i “pseudo negozi” e le casette post-terremoto, l’Associazione denuncia una situazione di emergenza costante e insostenibile. “Non possiamo più accettare di vivere in uno stato di emergenza continua. Ogni giorno ci alziamo per andare a lavorare e non sappiamo nemmeno più se troviamo i nostri negozi“, dichiara il presidente dell’Associazione Simona Paoletti.

Fin dall’inizio, sia la scelta che la progettazione di queste strutture erano carenti e inadeguate. Sono state realizzate strutture del tutto inappropriate e provvisorie, e non c’è cosa più definitiva in Italia del provvisorio“. L’ultima forte ondata di maltempo, che ha riversato 30 centimetri d’acqua in due ore, ha causato danni ingenti a beni e strutture, sfiorando una nuova tragedia. I due centri commerciali, “Il Corso” e “Il Triangolo”, sono stati allagati, così come le casette post-terremoto, scantinati e pianterreni di nuove abitazioni, stalle e colture.
Già in passato i centri commerciali avevano subito allagamenti, seppur meno copiosi. L’Associazione Commercianti ha più volte sollecitato il Comune e gli organi sovraordinati, ma invano.
Più passa il tempo, più tardiamo a intervenire sulle carenze strutturali e più risorse saranno necessarie“, sottolinea la Paoletti. “È evidente che dopo 9 anni, strutture aperte a 1000 metri non possono durare se non viene fatta una manutenzione attenta e puntuale“.

L’Associazione Commercianti chiede un intervento urgente, risolutivo e immediato da parte di tutti gli enti coinvolti: il Comune di Amatrice, l’Ufficio Speciale per la Ricostruzione (USR), la Protezione Civile e la Regione Lazio, ognuno per le proprie competenze e responsabilità. “Siamo stanchi, non possiamo più vivere in uno stato di ansia e preoccupazione continua“.

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