Foto: Gianluca VANNICELLI ©
(di Christian Diociaiuti) Tutta Rieti si è stretta nel dolore e nel ricordo oggi pomeriggio a Villa Reatina, per i funerali di Giuseppe Emili, ex sindaco di Rieti, scomparso il 9 giugno all’età di 83 anni. Un’ultima cerimonia semplice ma intensa, celebrata nella chiesa di San Giovanni Bosco, ha raccolto centinaia di cittadini, amici, colleghi e rappresentanti istituzionali di ogni livello. L’intera città si è fermata per onorare una delle figure più influenti della politica reatina degli ultimi decenni.
Già da martedì mattina la camera ardente, allestita nella sala consiliare del Comune, ha visto un flusso costante di persone: rappresentanti politici di tutto l’arco istituzionale – dalla Regione al Parlamento, dagli ex sindaci ai consiglieri comunali – ma anche cittadini comuni, ex collaboratori, persone che con Emili hanno condiviso percorsi, idee, battaglie. Con loro anche gli avversari di tante lotte politiche, gli esponenti di quel centrosinistra che gli ha reso onore riconoscendolo come “leale e pragmatico”. Al funerale tante autorità, dal sindaco Daniele Sinibaldi all’ex primo cittadino di Rieti, Antonio Cicchetti. E poi, Guglielmo Rositani, gran parte della giunta e del Consiglio Comunale di Rieti, esponenti di maggioranza e opposizione, amici, rappresentanti del mondo sindacale e associazionistico, ma anche sindaci e amministratori del Reatino.
Il silenzio composto e il raccoglimento profondo hanno fatto da sfondo a una giornata segnata dalla gratitudine e dalla memoria. Giuseppe Emili non è stato solo un sindaco: è stato un amministratore pragmatico, un uomo del fare, un punto di riferimento per chi ha vissuto la politica come impegno quotidiano e responsabilità verso la comunità. Per lui, nel 2007, anche Silvio Berlusconi in città: uno dei momenti storici della città. Dopo due mandati da primo cittadino (dal 2002 al 2012), Emili ha lasciato un’impronta profonda nella città: dalle politiche sociali agli interventi urbanistici, dai lavori pubblici agli impianti sportivi, il suo nome resta legato a un decennio di trasformazioni importanti.
Alla moglie e al figlio Giorgio e alla famiglia tutta, giornalista, l’abbraccio di un’intera città riconoscente.