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(v.vecch.) Non è riuscito a schivare l’ultimo, definitivo, placcaggio della più crudele delle malattie, lui che in campo sembrava invulnerabile stamattina ha passato per l’ultima volta la palla. Valerio Nobili di Porta D’Arce, classe 1958, è morto a Reggio Emilia dove negli ultimi tempi si era trasferito con la famiglia per godersi figli e nipoti. Il tam tam funebre ha sconvolto il Rieti Rugby., di cui “’U Piccirillu” era stato mente e braccio negli anni d’oro, il più forte mediano di mischia che mai avesse indossato l’amarantoceleste, uno dei protagonisti della fantastica promozione in serie A di una squadra e un’epoca irripetibile.
Valerio in campo era piuma e acciaio, gomma e piombo, veloce e spietato, corretto e perfido, il suo passaggio sfiorava la perfezione, il suo placcaggio la raggiungeva. In quel tempo lo volevano a L’Aquila, gli fece una corte spietata il Cus Roma, perché si vedeva che era di livello superiore, ma la sua vita sportiva decise di dedicarla interamente al Rieti Rugby, con cui smise di giocare a 37 anni. Renzo Ammiraglia, storico capitano del Rieti Rugby, era convinto di avere una missione in campo: difendere sempre il suo Piccirillo. Ma Valerio Nobili non aveva bisogno di essere difeso, aveva le stimmate per farlo da solo.
Il destino è crudele, chissà se Valerio adesso nel Paradiso dei rugbisti starà passando la palla a Federico Carucci, il suo erede con la maglia numero 9, di 16 anni più giovane che lo ha preceduto nell’ultimo viaggio. Una intera esistenza per il rugby, la Texas Instruments, cui ha dedicato tutto la sua vita di lavoro, e la famiglia. Oggi molti protagonisti di quei tempi gloriosi fatti di fango, pozzolana e orgoglio, hanno perso un fratello. Buon viaggio amico di tutti noi.
Un forte abbraccio da fratelli rugbisti va alla mamma Barbara, ai fratelli Paolo e Maurizio, alla moglie Cinzia, ai figli e ai nipoti. Funerali di Valerio giovedì 12 giugno ore 14.30 a Sant’Agostino Rieti.
