Rieti invecchia, pochi servizi per i giovani | LO STUDIO

(di Valentina Fabri) L’Italia invecchia, i bambini diminuiscono, e il benessere si frammenta su scala provinciale: è il quadro che emerge dalla nuova edizione dell’indagine annuale del Sole 24 Ore sulla qualità della vita per fasce d’età, un’iniziativa che quest’anno ha visto il coinvolgimento di Open Rieti, attenta a monitorare i segnali sociali del territorio. L’analisi, basata su 15 indicatori per ognuna delle tre fasce d’età (bambini, giovani, anziani), restituisce una fotografia dettagliata dell’Italia del 2025, con proiezioni fino al 2033.

Il dato forse più allarmante riguarda proprio i bambini dai 0 ai 14 anni, che a livello nazionale subiranno un calo stimato del -15,9% nel decennio 2023-2033. Il Centro-Sud è la zona più colpita dal trend demografico negativo, e la provincia di Rieti, in questo contesto, si posiziona al 73° posto su 107, con un punteggio complessivo di 426. Il quadro non è roseo: bassa natalità (76° posto per tasso di fecondità), limitata spesa sociale per famiglie (80°), e scarsa disponibilità di mense e palestre scolastiche (84° in entrambi i casi) segnano le criticità del territorio. Tuttavia, non mancano aspetti positivi: Rieti è 6ª per spazio abitativo medio, 14ª per progetti PNRR destinati all’istruzione e 21ª per reti familiari e relazionali, elementi che possono diventare leve per una rinascita educativa.

Più articolato è il quadro dei giovani dai 15 ai 35 anni, dove Rieti risale la classifica fino al 33° posto con un punteggio di 531,7. Il dato sorprende, ma merita letture sfumate: se da un lato pesa la disoccupazione giovanile (78° posto) e il basso numero di trasformazioni contrattuali a tempo indeterminato (94°), dall’altro emergono dati incoraggianti come l’elevata imprenditorialità giovanile (9° posto), i bassi canoni di locazione (3°) e un miglior equilibrio abitativo rispetto ad altre province. Rieti si conferma, quindi, come una provincia con potenzialità per i giovani che decidono di rimanere o ritornare.

La fascia anziana dai 65 anni in su, racconta invece un quadro nuovamente problematico: la provincia scivola al 77° posto, con un punteggio di 418,2. La speranza di vita a 65 anni è tra le più basse d’Italia (84° posto), così come il numero di geriatri (102°) e il consumo di farmaci per malattie croniche (102°) che rivela un alto tasso di patologie gravi. Tuttavia, Rieti brilla per la presenza di infermieri (5° posto), l’accesso alle biblioteche per la terza età (18°), e una bassa esposizione all’inquinamento acustico (31°), aspetti che contribuiscono a un contesto più vivibile per chi invecchia.

Secondo l’analisi di Open Rieti, questa indagine rappresenta un punto di partenza per ripensare le politiche pubbliche locali. Dallo studio emerge un quadro che mostra chiaramente le fragilità del territorio, ma anche risorse e spazi di intervento su cui costruire politiche generazionali mirate.

Rieti, come molte province italiane di medie dimensioni, vive le contraddizioni della transizione demografica: un territorio che perde bambini, offre opportunità discontinue ai giovani, e fatica a garantire un invecchiamento dignitoso. Eppure, proprio da questi dati può partire un progetto di rilancio, che investa su scuola, lavoro e sanità con una visione integrata. La sfida è costruire una qualità della vita che non guardi solo ai numeri, ma alle persone dietro i numeri.

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