Se ne va una delle firme più autorevoli, appassionate e riconoscibili del giornalismo sportivo italiano. Giorgio Lo Giudice, storico cronista della Gazzetta dello Sport, è scomparso lasciando un vuoto immenso nel mondo dell’atletica leggera e non solo. Classe 1936, romano di nascita ma legatissimo a Rieti, dove era di casa e dove non mancava mai di farsi vedere sulle tribune del Guidobaldi, teatro di alcune delle più belle pagine della sua carriera giornalistica, visto il grande amore e la conoscenza dell’atletica.
La sua presenza discreta ma vigile, la penna tagliente e l’occhio sempre attento ne hanno fatto un punto di riferimento per atleti, tecnici, dirigenti e colleghi. Lo Giudice non era solo un giornalista: era un appassionato autentico, capace di raccontare lo sport con onestà, profondità e un’ironia tutta romana. Dalle giovanili al Golden Gala, dai campionati studenteschi ai Giochi olimpici, la sua voce ha attraversato epoche e generazioni.
Prima di dedicarsi al giornalismo, era stato insegnante di educazione fisica, atleta e tecnico. Ufficiale dei bersaglieri, aveva condiviso esperienze alla SMEF con Vanni Loriga, altro grande narratore dell’atletica. Allenatore nazionale, lavorò anche alla Scuola di Atletica di Formia e portò il CUS Roma al titolo italiano nel 1966.
Tra i fondatori della Corsa di Miguel, è stato promotore instancabile di valori, inclusione e cultura sportiva. Membro del “Consiglio dei Saggi” della FIDAL Lazio, fu insignito della Quercia al Merito FIDAL di III grado.