Riceviamo e pubblichiamo
La Buona Sanità ha cambiato la nostra prospettiva di vita
Siamo un gruppo di genitori di ragazzi con disturbo del neurosviluppo. Due anni fa, qualcosa per noi è cambiato. Prima del 2023, quando i nostri figli compivano 18 anni, improvvisamente scomparivano per i servizi pubblici: scomparivano i loro disturbi e, con essi, le loro necessità.
Nel 2023, però, il modo di guardare alla disabilità, di affrontarla e di viverla sul nostro territorio è cambiato. Non è più una sfida lasciata alle sole famiglie, ma è diventata un impegno condiviso, costruito giorno dopo giorno da un’intera comunità.
Il merito è di due professionisti della sanità pubblica e dei dirigenti ASL di allora e di oggi, che hanno saputo guardare oltre l’esistente: il dott. Simone De Persis e la dott.ssa Tatiana Bianchetti, incaricati di costruire questo servizio. Sono stati affiancati successivamente dall’assistente sociale Simona Micaloni, dall’educatore Alberto Campanelli, dalla dott.ssa Laura Roberti e dall’assistente sociale Maria Rita De Santis, figura essenziale per il raccordo tra distretto e consorzi sociali. Tutti loro hanno messo in campo competenze, passione e coraggio, portando finalmente una speranza concreta nelle nostre vite.
Con caparbietà, lungimiranza e un impegno incessante, questa equipe ha dato vita al Servizio Disabili Adulti della ASL di Rieti, colmando un vuoto profondo nei servizi del territorio. Hanno creato il Servizio Tobia, oggi diventato essenziale per tutta la provincia, e un sistema integrato di cura e supporto. Ogni volta troviamo la porta aperta, con professionisti pronti a smuovere mari e monti per aiutarci in un sistema Paese dove, per noi, nulla è facile.
Le famiglie di ragazzi e ragazze con disabilità si trovavano spesso sole, prive di un riferimento stabile per accompagnare i propri figli nel difficile passaggio alla vita adulta. Mancava un punto di contatto tra mondo sanitario e sociale, così come mancavano percorsi personalizzati in grado di valorizzare le potenzialità di ogni individuo.
Nel 2023, questo vuoto ha iniziato a colmarsi. Gli operatori ci dicono che c’è ancora molta strada da fare, ma per noi è già un miracolo quella percorsa finora. Avere chi ci ascolta, ci supporta e, soprattutto, vede un futuro per i nostri figli era qualcosa di inimmaginabile solo due anni fa.
Il servizio ha rapidamente esteso il proprio raggio d’azione: in meno di due anni ha coinvolto l’intera provincia, diventando un punto di riferimento per centinaia di famiglie e un modello che molti altri dovrebbero seguire.
Il segreto? Ascoltandoli, crediamo sia una combinazione di visione pionieristica, grande professionalità e un metodo di lavoro basato sull’integrazione tra professionisti, enti e famiglie. Un’equipe multidisciplinare ha iniziato a operare in sinergia: psicologi, assistenti sociali, educatori, terapisti, consorzi e associazioni hanno collaborato, intercettando fondi, costruendo progetti e realizzando un sistema che guarda alla persona nella sua totalità.
Tra i progetti più innovativi e ad alto impatto sociale, spiccano i tirocini d’inclusione per persone con disturbi dello spettro autistico, attivati attraverso fondi regionali. Oggi, oltre 20 ragazzi e ragazze sono coinvolti in esperienze lavorative distribuite in tutta la provincia, grazie alla collaborazione di aziende sensibili alle quali non smetteremo mai di dire grazie. Grazie per aver creduto nei nostri figli, per aver dato loro l’opportunità di non chiudersi tra quattro mura dopo la scuola, ma di continuare a sperimentare il mondo.
E cogliamo l’occasione per rivolgerci ad altre aziende: chi desidera ospitare i nostri ragazzi in questa preziosa avventura, contatti il servizio. Questi tirocini non rappresentano solo un’occasione occupazionale, ma un potente strumento di integrazione, crescita personale e rottura del pregiudizio.
La rete costruita attorno al servizio è diventata un ecosistema vivo, fatto di associazioni, famiglie, enti locali e volontari. Non sono mancati momenti di festa, sport inclusivo, laboratori creativi, eventi culturali e molto altro. Ogni attività ha avuto lo stesso obiettivo: includere, valorizzare, ascoltare e supportare.
Un’attenzione particolare è stata rivolta anche al benessere psicologico dei familiari, spesso invisibili protagonisti nella battaglia quotidiana contro la solitudine e la fatica. Sono stati creati gruppi di supporto psicologico per genitori e caregiver, spazi protetti dove condividere esperienze, emozioni e strumenti per affrontare il futuro. Parallelamente, sono nati anche gruppi per i ragazzi, dove poter esprimere se stessi, relazionarsi con i coetanei e sentirsi parte di qualcosa di più grande.
Sappiamo che il lavoro del Servizio Disabili Adulti della ASL di Rieti è stato tutt’altro che semplice. In un contesto privo di precedenti, ha richiesto coraggio, determinazione e una fiducia incrollabile nella possibilità di cambiamento. Il dott. De Persis, la dott.ssa Bianchetti e tutto il loro team hanno tracciato una strada che oggi è sostenuta da un’intera comunità.
Non possiamo chiudere questo racconto senza un sentito ringraziamento a chi ha reso tutto questo possibile: in primis alla ASL di Rieti, poi agli operatori delle equipe multidisciplinari, agli enti pubblici e privati, al Consorzio Sociale, alle associazioni che hanno costruito rete, ai professionisti che ogni giorno ascoltano e si mettono in gioco, alle famiglie che con fiducia si sono rivolte al servizio.
Ma, soprattutto, grazie ai ragazzi e alle ragazze, che ogni giorno ci insegnano il valore della resilienza, della dignità e della possibilità.
Il Servizio Disabili Adulti della ASL di Rieti è molto più di un insieme di attività: è una storia di umanità, di visione, di integrazione. Un esempio concreto di come si possa costruire una società e una sanità davvero inclusiva, partendo da chi troppo a lungo è stato lasciato indietro.
E il futuro?
Siamo certi che sia già in costruzione…
Un gruppo di genitori