“Questo è quello che traspare nelle insistenti dichiarazioni del Sindaco di Rieti in merito alla conquista legislativa di cui si è fatto promotore, ma sulla quale occorre fare chiarezza, infatti la recente modifica dello statuto di ASM, da lui promossa con il consenso di alcune sigle sindacali, non collima con le previsioni della legge approvata e pertanto richiederà aggiustamenti che francamente non sembrano nell’interesse dei lavoratori e tantomeno della collettività , ma rischiano di diventare rattoppi, magari per soddisfare qualche ego ferito” scrivono in una nota congiunta i sindacati Cgil e Uil.
E continuano: “La legge sulla partecipazione dei lavoratori, approvata il 14 maggio 2025, prevede tre forme di coinvolgimento: gestionale, economica e consultiva. Tra queste, la partecipazione agli utili d’impresa è espressamente prevista nella misura non inferiore al 10%, qualora vi siano utili generati.
Nel caso di ASM, tuttavia, lo statuto è stato modificato prevedendo unicamente una partecipazione gestionale, escludendo completamente quella economica e consultiva, senza la necessaria obbligatoria contrattazione collettiva con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative, così come imposto dalla legge. Insomma della tanto declamata innovazione, se ne applicherà un articolo, e non tutto il resto.
CGIL e UIL tornando alla partecipazione economica prevista dalla nuova norma, ritengono che, in un’azienda pubblica, eventuali utili debbano essere destinati alla riduzione delle tariffe, oppure al miglioramento del servizio offerto ai cittadini , non certo alla distribuzione generalizzata di premi; Le retribuzioni premiali per i lavoratori devono invece derivare da meccanismi trasparenti, previsti dalla contrattazione, collegati a obiettivi di miglioramento della produttività individuale e collettiva, valutati sui risultati effettivamente raggiunti. Per questa ragione un emendamento del partito La Lega, ha cassato dall’articolo 5 della legge, l’obbligatorietà di applicare tale norma alle aziende partecipate.
Siamo favorevoli all’introduzione di un organismo di controllo, non gestionale, quando previsto dalla normativa, che possa prevedere a determinate condizioni anche rappresentante dei lavoratori; Riteniamo invece sbagliato e inefficace ogni tentativo di inserire figure che formalmente “partecipano” ma che di fatto non rappresentano realmente i lavoratori né contribuiscono alla qualità e alla trasparenza gestionale dell’impresa.
Si è scelto di intervenire senza rispettare le regole, non onorando gli impegni di un leale e necessario confronto con chi rappresenta il mondo del lavoro. Una partecipazione vera si costruisce sulla trasparenza, sulla contrattazione e sul rispetto della legge, non su scorciatoie o forzature, che ideologicamente escludono chi la possa pensare in modo diverso, ma che ha dato prova di non rifuggire il confronto.
CGIL e UIL restano disponibili a riprendere un ragionamento serio, per il bene deli lavoratori, dell’Azienda, dei cittadini e dell’ambiente, ma ribadiscono che la partecipazione non può diventare una bandiera da sventolare quando fa comodo, facendo esperimenti politici sulle spalle della collettività” concludono.