Primo Maggio a Roma, Paolucci (Uil): “In piazza per ribadire che serve un lavoro sicuro”

Un lavoro sicuro è lo slogan scelto quest’anno da Cgil, Cisl e Uil per il primo maggio, giorno in cui si celebra la Festa dei lavoratori. La Uil di Rieti sarà presente alla manifestazione unitaria di via dei Fori Imperiali a Roma, dove interverranno numerosi delegati e delegate. E dove prenderà la parola anche il Segretario generale della Uil del Lazio, Alberto Civica.

“Il lavoro è un diritto – dice Alberto Paolucci, Segretario generale della Uil di Rieti – il lavoro è emancipazione, non sfruttamento. Il sindacato chiede lavoro stabile, sicuro e dignitoso. E su queste rivendicazioni siamo impegnati quotidianamente con le nostre mobilitazioni #ZeroMortiSulLavoro e #NoAiLavoratoriFantasma. C’è tanto lavoro da fare, Basti pensare che nel 2024 gli infortuni sul lavoro in Sabina sono stati 1004, mentre le morti sul lavoro sono state tre”.

I primi dati del 2025 – elaborati su fonte Inail – anche se parziali, sembrano confermare un trend allarmante: nel bimestre gennaio febbraio 2025 il reatino ha infatti già totalizzato 192 infortuni, dieci in più rispetto allo stesso periodo del 2023. Se per un attimo allarghiamo lo sguardo ai numeri dell’intera regione scopriamo che nel bimestre in questione sono già 6.231 gli infortuni protocollati all’Inail (erano stati 6.228 nel primo bimestre del 2023) mentre i decessi hanno raggiunto le 11 unità, eguagliando il numero del bimestre 2023. Rieti è l’unico territorio che in questi due mesi non ha vissuto lutti, mentre a Latina ce ne sono stati due, a Viterbo e Frosinone uno, sette a Roma.

“Siamo davanti a un panorama tutt’altro che rassicurante – prosegue il sindacalista reatino – che non offre sicurezza a lavoratrici e lavoratori, che rischia di spezzare vite umane e trascinare famiglie nella disperazione assoluta. Sono numeri che impongono a governo e istituzioni di elevare le tutele, di aumentare le ispezioni, perché le tragedie possono essere evitate scrivendo norme che siano in grado di tutelare la salute e la sicurezza sul lavoro”.

“Se per un attimo usciamo da questo tema – conclude Paolucci – e analizziamo rapidamente altri indicatori come le ore di cassa integrazione concesse e la disparità lavorativa tra lavoratrici e lavoratori, scopriamo che da queste parti il lavoro, oltre a non essere affatto sicuro, è anche difficile da trovare e mal retribuito. Solo così si spiegano le oltre 500mila ore di cassa integrazione concesse lo scorso anno. Così come i settemila euro annui in meno che le donne reatine mediamente portano a casa rispetto ai loro colleghi uomini. Senza dimenticare il drastico calo dei contratti a tempo indeterminato che sono scesi tra il 2018 e il 2022 da 2972 a 2193, mentre quelli atipici sono schizzati da 8279 a 10284”.

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