(ch.di.) Ha fatto il giro del mondo la foto che ritrae Donald Trump e Volodymyr Zelensky dialogare per la pace, nella suggestiva cornice della Basilica di San Pietro, proprio nel giorno dei funerali di Francesco. Un’immagine straordinaria non solo per il significato politico, ma anche per un dettaglio che, agli occhi più attenti, risalta con forza: il colore rosso, familiare ai reatini.
A svelarne il significato è Daniele Scopigno, studiosoe oggi direttore dell’Archivio di Stato di Terni, che ha condiviso un interessante approfondimento sui suoi canali social.
«Trump, Zelenskyj e il marmo sabino» è il titolo del post in cui Scopigno racconta la storia del materiale protagonista della scena: la pietra di Cottanello, conosciuta anche come “marmo rosso venato”, proveniente dal piccolo borgo in provincia di Rieti.
Fu proprio grazie alle caratteristiche uniche di questo marmo che, nel 1545, Santi Ghetti da Carrara vinse la gara per la realizzazione del colonnato interno della Basilica di San Pietro. Oggi, ben 46 colonne intorno agli altari laterali testimoniano ancora la qualità e la bellezza del marmo di Cottanello.
Il trasporto dei blocchi avvenne per via fluviale: i massi lavorati venivano condotti da Cottanello fino a Stimigliano, per poi proseguire via Tevere verso Roma. Ancora oggi, nei pressi del fiume, un ponte porta il nome di “Ponte delle Colonne”, memoria viva di quella straordinaria impresa.
Il marmo sabino, apprezzato anche dal grande Gian Lorenzo Bernini, si ritrova in altre importanti chiese romane, come Sant’Andrea al Quirinale e Santa Maria degli Angeli.
Così, mentre il mondo osservava la storica stretta di mano tra due leader sul tema della guerra in ucraina, chi conosce la storia del territorio reatino ha potuto riconoscere, nel rosso del marmo, una traccia di casa che da secoli abita il cuore della cristianità.
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