Tra sfide e opportunità, le testimonianze delle donne imprenditrici al Giro d’Italia delle donne che fanno impresa

Sfide e opportunità per imprenditrici e aspiranti imprenditrici oggi protagoniste della tappa reatina del Giro d’italia delle donne che fanno impresa che si è svolta presso la sede della Camera di Commercio di Rieti Viterbo, promossa  da Unioncamere con il coinvolgimento dei Comitati per l’imprenditoria femminile. Una giornata ricca di elementi di analisi e discussione tra dati, opportunità di finanziamento, testimonianze provenienti dal mondo dell’impresa e delle istituzioni in cui sono emerse con forza la tenacia necessaria per trovare uno spazio di vita e lavoro in linea con le proprie aspirazioni ma anche le criticità che ancora rendono faticoso il cammino delle donne che vogliono intraprendere nel nostro territorio come nel resto d’Italia.

“Gli ultimi dati sull’imprenditoria femminile provenienti dal nostro Registro Imprese mostrano con forza la necessità di mettere in campo interventi e agevolazioni mirate. –ha dichiarato in apertura il vice presidente della Camera di Commercio di Rieti Viterbo, Leonardo Tosti – Nel 2023 infatti nel  Reatino, in cui risultano registrate 3.871 imprese femminili (il 26,2% del totale provinciale) è stato rilevato un rallentamento della crescita percentuale, – 0,4%, in controtendenza rispetto al dato positivo mostrato nell’andamento provinciale complessivo del sistema imprenditoriale (+0,4%)”. Sui dati si è concentrato anche l’intervento della prefetta di Rieti, Pinuccia Niglio, che ha parlato anche del rifinanziamento dei bandi sull’imprenditoria femminile e della situazione registrata in provincia, mentre il sindaco di Rieti, Daniele Sinibaldi, ha illustrato alcuni settori che possono offrire opportunità interessanti alle imprenditrici e aspiranti imprenditrici nel Reatino, tra cui quello della ricettività.

Moderato dal dirigente della Camera di Commercio di Rieti e direttore generale dell’Azienda speciale Centro Italia, Giancarlo Cipriano, l’incontro ha poi visto l’intervento della presidente del Comitato per l’imprenditoria femminile camerale, Giuseppina Polidori, oggi presente insieme anche alle componenti del Comitato Fabiola Ippoliti, Matilde Eloisa Pitorri, Iride Zanganella e Maria Adelina Zonetti e alla segretaria del comitato Annamaria Olivieri. La Polidori ha annunciato le prossime attività organizzate dal Comitato tra cui i tre corsi gratuiti in partenza il 6 maggio a Viterbo presso la sede camerale (orario 10:00/13:00 e 14:30/17:30) dal titolo “Relazioni, comunicazione efficace e saper parlare bene in pubblico”, a cui seguirà la formazione su “Tecniche di vendita” in programma il 14 maggio (stesso orario), sempre presso la sede camerale di Viterbo, e il corso di “Problem solving” in calendario il 21 maggio (stesso orario) presso la sede reatina dell’ente camerale (per iscrizioni QUI).

La funzionaria  di Si.Camera, Monica Onori ha parlato della necessità, in particolare attraverso la formazione ed il rafforzamento delle competenze, di recuperare la propensione all’imprenditorialità femminile e giovanile, in quanto donne e giovani sono fautori dell’innovazione e della sostenibilità. A seguire i due interventi a distanza di Silvia Petrone, ricercatrice Centro studi Guglielmo Tagliacarne (“Imprenditorialità femminile nell’AltoLazio: focus sulla transizione digitale”) che ha illustrato numerosi dati tra cui il tasso di femminilizzazione imprenditoriale che vede il Viterbese al quinto posto e il Reatino al dodicesimo in Italia, e di Raffaella Terenzi, Business Development Specialist Invitalia (“Incentivi finanziari per le imprese: focus sulle imprese femminili”) di cui sono pubblicate le slide sul sito www.rivt.camcom.it.

Molto partecipato lo spazio delle testimonianze: l’assessore allo Sviluppo economico e lavori pubblici del Comune di Rieti ed imprenditrice Claudia Chiarinelli, ha parlato dell’importanza della meritocrazia più che delle “quote rosa” come strumento affinché le donne possano affermarsi nel mondo dell’impresa ed in politica. Vincenza Bufacchi, presidente dell’Azienda “Centro Italia”, azienda speciale della Camera di Commercio Rieti–Viterbo, ha invece tracciato un quadro storico del concetto di imprenditrice, a partire dalla figura di Margherita Datini, considerata la prima imprenditrice della storia, sottolineando la necessità di un approccio di genere anche a livello normativo e di un linguaggio di genere, “uno strumento potente che non dovrebbe diventare oggetto di polemica ideologica”. La parola è poi passata a Sabina Petrucci, vice presidente del Consorzio Sabina Dop e presidente del Consorzio Sabina for Rome, che ha raccontato la sua esperienza di imprenditrice agricola, e a Maia Palmieri, artista e artigiana (Yama Art Lab Design), che ha sottolineato la tenacia che l’ha portata a fare impresa anche a dispetto di un contesto familiare che l’aveva ostacolata, ma anche delle difficoltà nel potersi aggiudicare bandi che prevedono fidejussioni a carico di donne che hanno buoni progetti di impresa, determinazione, ma non familiari in grado di offrire garanzie finanziarie. Infine la testimonianza di Lucia Chiancone, presidente del Cda della Cooperativa Le Nuove Chimere di Poggio Mirteto, del settore sociosanitario, socioeducativo e socioassistenziale che ha focalizzato l’attenzione sul contratto nazionale che, a parità di titoli e competenze, prevede per il personale una remunerazione inferiore rispetto a quella prevista dal settore pubblico ed ha auspicato un aumento dei corsi di laurea a Rieti nel settore delle scienze umane, vista la carenza di personale qualificato sul territorio.

A completare il quadro Anna Vigilante, presidente del Centro antiviolenza Il Nido di Ana, e Silena D’Angeli, presidente del Centro antiviolenza Angelita Rieti, che hanno nel primo caso segnalato la necessità di un percorso per le vittime di violenza che tenga conto delle limitazioni subite dai partner anche dal punto di vista dell’autonomia finanziaria, e nel secondo le azioni che si possono mettere in campo per rimettersi in gioco, come ad esempio il recente corso di uncinetto che ha permesso a diverse donne di iniziare a commerciare borse autoprodotte.

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