Volontari reatini in Africa: la lettera di una mamma ad un’altra | LA LETTERA

Una storia, anzi la storia, di alcuni reatini che sono volati in Africa per fare del bene, per una missione umanitaria nello stato del Benin, per regalare e regalarsi sorrisi. Di seguito l’intera storia:

Il gruppo di volontari reatini formato dalla signora Floriana Rinaldi Di Flavio, Mariassunta, Flavia, Anna Clara, Elisa e Andrea è partito l’8 gennaio 2024 dall’aeroporto di Fiumicino, per una missione umanitaria nella città di Lakossa nello stato africano del Benin. Dopo l’arrivo serale in aeroporto, per giungere a Lakossa il gruppo viaggiò di notte su strade lastricate in parte, con dossi continui, blocchi di polizia e tanta polvere rossa. Dopo molte ore di viaggio essi giunsero esausti alla casa famiglia SHALON intitolata a RICCARDO e RUGGERO i due figli dei coniugi Di Flavio, scomparsi prematuramente. Il primogenito Riccardo mancò all’affetto dei suoi cari il 24 giugno 1994.  Era un ragazzo introverso ma, quei suoi occhi profondi e quella zazzera di capelli scuri e ricci, facevano pensare a Lucio Battisti da giovane, perché anche lui come il famoso cantante, amava la musica e la poesia.  Riccardo scriveva:

“Non lasciate soli i ragazzi sbandati

emarginati dalla società, hanno bisogno di parlare…

hanno bisogno di noi”.

Un messaggio piuttosto esplicito indirizzato ai coetanei ma, forse ancor più agli adulti che non hanno la stessa sensibilità dei giovani. Ruggero, dal giorno in cui perse il fratello maggiore, cambiò le sue abitudini. Cercava in ogni modo di imitare il fratello. Sentiva le sue stesse canzoni, frequentava gli stessi compagni e seguiva le sue idee politiche. In una sorta di simbiosi che lo univa a Riccardo ogni giorno della sua vita. Quando vinceva una gara con la moto, pensava a lui, per renderlo partecipe della sua gioia.

Nel 2016 i coniugi De Flavio conobbero il Movimento Shalom, che è nato nel 74 per iniziativa di Don Andrea Pio Cristiani a S. Miniato, con lo scopo di diffondere una cultura di pace e tolleranza verso gli ultimi della terra. Ora opera in ventitré paesi: in Europa, in Asia, America Latina e in Africa. “Mio marito Vincenzo, Ruggero ed Io – racconta la signora Floriana – Per ricordare Riccardo abbiamo aderito a un progetto Shalom in Africa.”  Si cominciò con l’acquisto di un terreno a Lakossa in Benin e il 18 gennaio 2017 ci fu la posa della prima pietra, con tante autorità. “Con mio marito che aveva sostenuto il progetto, abbiamo potuto seguirne il progredire dei lavori, attraverso collegamenti via computer, anche dopo la perdita di Ruggero avvenuta 24 luglio 2016.”

La voce di Floriana era solo più un sussurro rotto dalle lacrime…  Poi riprese: “Mio marito ed io lo stavamo attendendo per pranzo quando ci telefonarono informandoci che, Ruggero e il suo amico Lorenzo Sacco a bordo della sua Kawasaki si erano scontrati con un’auto sulla terminillese.” Stette per qualche minuto in silenzio.

“Entrambi pur soffrendo molto per la perdita dei nostri figli abbiamo voluto trasformare il nostro immenso dolore, in un impegno concreto per le persone dei paesi più poveri, continuando a finanziare la costruzione della Casa famiglia”. A luglio del 2018, Floriana, dopo aver perduto anche l’amato marito, ritornò a Lakossa con sette amici di Rieti. La casa famiglia, interamente finanziata dai De Flavio, era finita e l’abitavano trenta bambini.

“Sono stati giorni di grande emozione – dice Floriana – guardare i loro visi sorridenti, i letti a castello con le zanzariere, i bagni con l’acqua”. “Gli ospiti della Casa famiglia shalom erano diventati 37, alcuni molto piccoli altri già adolescenti, frequentavano tutti una scuola privata, come desiderava mio marito, insegnante e ricercatore storico, convinto che il vero cambiamento di ogni società viene dalla cultura.”

“Nel mese di settembre 2018 – continua Floriana – accanto alla nostra casa è iniziata la costruzione di un panificio finanziato dalla fondazione ‘Il cuore si scioglie’ per permettere ai ragazzi di diventare sempre più autonomi nel sostentamento. Sopra il panificio stiamo finanziando la costruzione di una foresteria, per dare alloggio a chi è di passaggio” concluse.

Floriana il 9 gennaio di quest’anno, ritornò in Africa.  Il giorno successivo al suo arrivo nella Casa famiglia Shalom, scese per prima in refettorio per salutare i piccoli ospiti.  Come la carica dei cento e uno, tutti si strinsero a lei, sospingendosi tra loro per darle il bacio di benvenuto. L’affetto e il calore di quei piccoli cuori, comunicavano alla donna una gioia di vivere così intensa da somigliare allo stesso sentimento di gioia e spensieratezza che provava da bambina. Quando Arsene, Marc e Carlos videro i pacchetti regalo, confezionati per loro, corsero felici a scartarli.

Di lì a poco ci sarebbe stata la festa di benvenuto organizzata per i volontari. I ragazzi vestiti di completi a fondo azzurro, arancio verde, con stampati fiori variopinti sedettero nel salone ognuno al posto assegnato tenendo il proprio djembe stretto tra le gambe.  Il tamburo percosso a un ritmo unico, genera un travolgente suono che spinge alla danza. Mentre una parte di loro creava quel ritmo magico, altri cantavano le canzoni tradizionali, ballando.   L’allegria travolgente prese tutti i presenti, tutta la gioia e la vitalità di questo popolo si esterna nelle loro feste.  Riescono a essere felici e a rendere felici gli altri per il poco che hanno. I loro sogni non vanno al di là del desiderio d’avere un lavoro dignitoso, che permetta loro di mangiare ogni giorno e di mantenere la famiglia.

Foto: RietiLife ©

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