Inchiesta sul chirurgo del Papa: lo scoop del giornalista reatino Paolo Festuccia su La Stampa

(ma.gri.) Il chirurgo di Papa Francesco, Sergio Alfieri, quello che per già due volte ha operato il Santo Padre all’addome, ora finisce nel registro degli indagati della Procura di Roma con l’accusa di falso in atto pubblico. In una lunga inchiesta a firma del giornalista reatino Paolo Festuccia, oggi in apertura su La Stampa, Alfieri viene descritto come “colui che tutto può”, anche raddoppiarsi operando più persone nello stesso momento e al contempo partecipando a lunghissime conferenze. Alfieri – stando a quanto riportato da Festuccia – avrebbe firmato il registro degli interventi operatori ma in molti casi non era lui a operare i pazienti. Il tutto al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, noto a tutti come l’ospedale del Papa. Nei registri Alfieri risulterebbe impegnato in più interventi nelle stesse ore sia in regime pubblico che in regime privato e il tutto senza (a quanto pare) che nessuno dell’amministrazione del Policlinico si accorgesse di nulla.

A indagare sulla questione i militari del Nas, a seguito di un esposto risalente al febbraio 2022, che ha acquisito dalla direzione sanitaria decine di cartelle cliniche e documenti (sia cartacei che digitali). Nelle carte si parla di due, tre, quattro malati alla volta operati – in teoria – passando da un tavolo all’altro e da una sala all’altra del servizio sanitario pubblico e al contempo anche privato. Ma sembra ci sia anche dell’altro riguardante la carriera di Alfieri che, grazie alla fiducia di Bergoglio sarebbe entrato nel consiglio di amministrazione della Fondazione Policlinico Gemelli, nella Consulta Vaticana ed è diventato direttore scientifico dell’ospedale Gemelli-Isola Tiberina, ex Fatebenefratelli e proprio appena nominato avrebbe partecipato ad una riunione del direttivo proprio mentre – secondo i registri – si trovava in sala operatoria. Nelle sale di attese e tra i corridoi del Gemelli pare se ne parlasse moltissimo, viene descritto come un medico più in giacca e cravatta che in camice verde (quello operatorio) ma benché tutti sapessero, e tutti ne parlassero, alla direzione del Gemelli pare non sia mai arrivata la voce.

Essenzialmente secondo l’accusa della Procura, Alfieri firmava  in calce il registro mentre ad operare erano i medici della sua équipe e spesso i malati, dopo la visita nel suo studio, sarebbero stati deviati nelle stanze a pagamento. Tra le carte sul tavolo degli inquirenti anche quelle del 10 ottobre 2022, che vedono Alfieri impegnato in ben due interventi, uno in regime privato e uno per il Sistema Sanitario Nazionale. Ma intanto, dicono le cronache dei giornali, era impegnato in un convegno all’hotel Hilton Cavalieri di Roma: il congresso nazionale di chirurgia. Situazione simile quella he si legge nei registri del 16 giugno 2023 quando avrebbe fatto ben cinque interventi – secondo il registro del Gemelli – ma nelle stesse ore, sia al mattino che al pomeriggio, era anche in Ambulatorio per le visite a pagamento. Resta ora da capire come sia stato possibile che i dirigenti del Policlinico non si siano mai accorti di nulla e soprattutto verificare tutte le carte e tirare le somme di quanto accaduto.

Foto: RietiLife – Vannicelli ©

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