La segnalazione: “Al Distretto di Antrodoco manca il fisiatra”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un lettore. 

Solidarizzando con i tanti che sempre più di frequente rappresentano, spesso incivilmente ignorati, episodi di malasanità pubblica, desidero ribadire come, nel Distretto Asl di Antrodoco (ma temo anche negli altri…) sia assente la figura del fisiatra. Aldilà del notevole tempo trascorso e che tra i richiedenti in lista di attesa vi siano, tra gli altri, dei pensionati novantenni, mi sorgono comunque delle domande: vi sembra civile che questi pazienti-pensionati-anziani, ma ancora contribuenti, non si vedano garantire un diritto dal SSN? Ma vi sembra civile che questo sistema sia ancora così indietro e privo di una strutturazione adeguata, armonizzata, organizzata, nonché anche moralmente rispettoso? Dov’è il cambio di passo reale della sanità nella nostra provincia? Dov’è la sanità di qualità che non sia appannaggio solo di chi può permetterselo ma sia un diritto di tutti al di là delle possibilità economiche e sia che si abiti a Roma o nel più sperduto paese dell’Appennino? Non sarà il caso di porre in essere una seria, efficace, concreta e razionale azione gestionale in grado di offrire altrettanto serie, efficaci, concrete e razionali risposte al bisogno primario alla salute pubblica e non soltanto foraggiando e implementando strutture private? In considerazione del fatto che a Rieti è presente il corso universitario triennale di Fisiatria, appare addirittura quasi banale proporre di utilizzare la formazione accademica degli aspiranti fisiatri oltre che in essenziali momenti didattici teorici, anche e soprattutto in tirocini sul campo, come d’altronde già previsto e rinvenibile nel sito della Sabina Universitas. In altri termini: una possibile soluzione potrebbe prevedere una ormai non più rinviabile “clinicizzazione” universitaria del territorio, formando specializzandi da utilizzare per colmare l’assenza cronica di medici specializzati in quanto non dipendenti pubblici bensì convenzionati. Soluzione? Arduo appare considerarla tale, dal momento che interventi legislativi e tecnici spettano alla sfera politica i cui eletti, anche locali, si sono proposti di lavorare per la intera collettività. E’ davvero triste dover sollecitare e invitare tutti i nostri rappresentanti a occuparsi e a investire tempo e risorse da destinare strutturalmente e sistematicamente alla sanità pubblica in modo da garantire servizi efficienti e diritti previsti in Costituzione. E il tutto sarebbe auspicabile che accadesse con i pazienti ancora in vita, o si attende, viceversa, che sia madre natura a risolvere tali aberrazioni? Fabrizio Chiaretti”.

Foto: RietiLife ©

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