“Amatrice, il centro ancora una spianata a sette anni dal sisma”

Riceviamo e pubblichiamo la riflessione di Camillo Berardi su Amatrice

Sono nato e vissuto ad Amatrice e ogni giorno, dal terremoto del 24 agosto 2016, ho assistito e seguito costantemente la progressiva distruzione del centro storico, nel quale non è stato previsto alcun puntellamento degli edifici rimasti in piedi, neanche per quelli di valore storico e monumentale che accoglievano opere d’arte di notevole pregio. Il disinteresse e l’incuria hanno distrutto, giorno dopo giorno, tutte quelle costruzioni che erano state risparmiate dalla violenza sismica e la cittadina, che nel 2015 era entrata a far parte del Club “I Borghi più belli d’Italia”, si è trasformata in una spianata agghiacciante, un deserto dominato dal vuoto e dal silenzio. Si avvicina il 7° anniversario del sisma e questo è lo spettacolo agghiacciante che offre oggi il borgo appenninico scomparso.

Osservando la foto scattata dai droni FTD (Fly To Discover) poche ore dopo l’evento tellurico del 24 agosto 2016, si nota che molti edifici del centro storico erano ancora in piedi e sembra incredibile che la cittadina  sia stata rasa al suolo, come mostra l’istantanea pubblicata da “RietiLife” nel 2020.

Il video con il canto “Amatrice Patria mia diletta” scritto da Mons. Luigi Aquilini e musicato da Camillo Berardi, è stato realizzato con le immagini drammatiche della distruzione del borgo che ogni giorno dopo il sisma è stato progressivamente sepolto dalle sue macerie

Foto: RietiLife ©

 

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