Rieti e il ‘dramma’ dei passaggi a livello

(di Christian Diociaiuti – da RietiLife Free Press) Chi segue RietiLife ha letto, nei giorni scorsi, il resoconto sul dramma della viabilità in città, una vera e propria corsa ostacoli dentro e fuori dalla città. La Salaria, i lavori, le deviazioni, le chiusure. Chi più ne ha, più ne metta. Un racconto, però, che è rimasto parziale fino a venerdì mattina, quando è tornato alla luce il problema – in realtà mai sopito – dei passaggi a livello in città. Rieti si è accapigliata per mesi, soprattutto sotto la passata amministrazione, sulla sorte dei passaggi a livello: sopraelevati, sottoterra, cancellati, rimessi, spostati. Rfi è passata anche allo studio di fattibilità per una rimodulazione che non inficiasse sulla viabilità cittadina, con diverse rilevazioni effettuate nelle settimane scorse, in particolare in viale Maraini. Un passaggio a livello, quello a ridosso del centro, tra i più “fastidiosi” in termini di traffico.

L’ennesima rivelazione, venerdì scorso appunto, quando i reatini si sono ritrovati a fare 20 minuti di fila tra le 7.56 e le 8.13, proprio mentre il traffico si gonfiava di gente di corsa per entrare in ufficio e genitori con figli al seguito per la prima campanella del mattino. Tutto mentre già prima, ovviamente per le esigenze ferroviarie, un altro stop di sette minuti aveva fermato tutti. Reatini su tutte le furie. La Redazione è stata inondata di segnalazioni perché evidentemente, alle già bibliche attese in coda davanti alle sbarre orizzontali, si sono aggiunti minuti preziosi in un orario di punta. Ma le sbarre si abbassano più volte al giorno e per molto tempo anche in altre fasce orarie, e non solo quelle centrali. E questo riporta i reatini a chiedere una soluzione più che drastica e rapida per gli attraversamenti ferroviari; perché se da un lato è attesa, a breve, una modernizzazione della linea grazie ai treni trimodali Blues di Hitachi, già sperimentati, dall’altra la viabilità e il traffico in città sono cambiati in fretta negli ultimi anni, trasformando l’Umbiculus Italiae in un imbuto stradale per svariate ragioni.

Foto: RietiLife ©

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