A Rieti 4.647 giovani che non studiano e non lavorano

L’incontro svoltosi nella sala consiliare della Provincia di Rieti, il giorno 10 novembre 2022, avente come tema “La scuola incontra il lavoro”, è stata l’occasione per fare il punto sulla situazione occupazionale e lo sviluppo del territorio. Avrebbe dovuto partecipare anche il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che per un imprevisto ha disertato l’iniziativa fortemente voluta dal Presidente dell’amministrazione provinciale Mariano Calisse.

Gli interventi istituzionali hanno seguito la presentazione dell’ITS Accademy Logistica 4.0, una sorta di “compiacimento” di uno strumento che ancora non è partito, ma di cui si parla da anni. Confartigianato Imprese Rieti, pur criticando la metodologia di costituzione, prettamente politica, si è sempre battuta affinché il mondo della rappresentanza delle imprese fosse tenuto nella reale considerazione. Nella logica dell’esclusività e non dell’inclusività, alla fine comunque, qualche risultato si è ottenuto. Certo è che la realtà di altre regioni del nord Italia è altra cosa… Gli ITS sono uno strumento importante, ma non risolutivo e non il più importante per alleviare l’antico problema della disoccupazione. Confartigianato Imprese Rieti ha anticipato una ricerca che l’Ufficio studi dell’Associazione stava ultimando, riguardo la realtà provinciale occupazionale e imprenditoriale.

L’attenzione questa volta è rivolta ai giovani imprenditori e lavoratori under 35 e all’occupazione giovanile, con particolare riguardo alla nostra provincia. Un dato positivo è che le imprese con a capo un giovane under 35 in Italia sono 53.915 e rappresentano l’8,9% del totale delle imprese. Oltre un quinto (22,9%) sono artigiane, cioè 123.321. Questo ci consente di essere primi in Europa. I dati sono aggiornati al 31 dicembre 2021. Purtroppo occupiamo il primo posto anche per il numero di NEET, ragazzi che non lavorano, non studiano e soprattutto non cercano un lavoro. Sono 1,1 milioni, pari al 23,1% dei giovani tra i 15 e i 29 anni. La media europea si attesta al 13,1%. Nel 2020 abbiamo toccato il numero più alto nell’ultimo decennio di under 35 inattivi che, ribadiamo, non studiano e non sono disponibili a lavorare: ben 1.114.000. Contemporaneamente cresce il fenomeno della fuga all’estero dei nostri giovani: tra il 2016 e il 2020, tra i giovani italiani under 40 laureati, gli espatri superano i ritorni di 65.000 unità. Paradossalmente le imprese italiane faticano a trovare il 52% della necessaria manodopera.

Le previsioni demografiche non vanno meglio. Si riscontra una diminuzione e invecchiamento della popolazione italiana, la quale nei prossimi venti anni (2022-2042) scende del 5,3% con i giovani under 35 in calo del 14,2%, mentre la classe 35-64 si riduce del 20,5%, a fronte dell’aumento di oltre un terzo (+34%) degli anziani con 65 anni e oltre. Il cambiamento demografico influisce sugli start-up di imprese, sul tasso di innovazione e di crescita della produttività. 

Il totale delle imprese nel Lazio gestite da under 35 sono 55.158. Rieti può contare su 1.669 imprese “giovanili”, il 10,7% di quelle iscritte al Registro imprese. Una percentuale che colloca la provincia tra le prime 15 in Italia. Sono 451 quelle guidate da donne, il 27% del totale, mentre 379 sono quelle guidate da giovani stranieri, il 22,7% sul totale delle imprese under 35. Le imprese artigiane rappresentano una fetta importante, sono infatti 415, l’11,9% del totale delle imprese reatine, dato che colloca Rieti all’ottavo posto nel ranking nazionale. Significativa è anche la percentuale di imprese artigiane sul totale delle imprese giovanili, il 24,9%. Ottanta sono le nuove imprese guidate da donne, il 19,3% di quelle giovanili artigiane e il 17,7% del totale. Molte imprese artigiane sono condotte da giovani stranieri, 150. Una percentuale altissima, il 36,1% del totale delle imprese artigiane e il 39,6% delle imprese under 35. Il raffronto con le altre province viene riportato nella Tab. 1.

Pur nella loro drammaticità i dati occupazionali relativi alla provincia di Rieti sono migliori delle altre province del Lazio. Il tasso di occupazione per la fascia di età 15-34 anni è stata nel 2019 del 41,8% e nel 2021 del 41,7%. Nel triennio chiudiamo con un -0,1% che ci colloca al 48° posto del ranking nazionale. Nel 2019 solo Roma poteva contare su una percentuale migliore, il 42,7%, scendendo poi al 39,7% nel 2021 con un arretramento del -2,9%. Frosinone registra la miglior performance nazionale passando da un 31,5% a un 40,6%, +9,1%, ma ancora sotto il tasso occupazionale di Rieti (vedi Tab. 2).

Uno sguardo ai NEET. A Rieti e provincia vivono 21.515 giovani tra i 15 e i 29 anni. I NEET sono ben 4.641. Ciò sta a significare che abbiamo 4.647 giovani che non studiano, non lavorano, non frequentano corsi di formazione e non cercano lavoro.

“Credo – afferma Maurizio Aluffi, Direttore di Confartigianato Imprese Rieti – che questo sia lo studio più completo mai realizzato sul tessuto economico provinciale relativamente ai giovani, sia che siano imprenditori, sia che siano lavoratori, senza dimenticare l’aspetto occupazione. Il quadro che ne viene fuori ha aspetti per certi versi sorprendenti, per altri scontanti. tiene il livello occupazione, manzi Rieti è la provincia del Lazio con la migliore performance, così come il rapporto imprese/artigianato. va migliorato il rapporto scuola-mondo del lavoro, anche se non mancano esempi positivi, l’apprendistato duale, per citarne uno, frutto di una collaborazione tra Istituzione Formativa e Confartigianato Imprese Rieti, che ha dato ottimi risultati. Nei prossimi giorni – conclude il Direttore Maurizio Aluffi – avvieremo un progetto con le scuole per capire l’orientamento dei giovani verso il lavoro, ma anche per capire come immaginano il loro futuro”.

Foto: RietiLife ©

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