La lettera di Jlenia: “La mia vita è cambiata dopo il corso oss. Vi dico la mia esperienza. E quanti ringraziamenti”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un allieva Oss, Jlenia Pompili, che racconta la sua esperienza e fa dei ringraziamenti.

Eccomi qui, dopo un percorso che ha cambiato la mia vita, un percorso

In cui mi sono domandata più volte perché non fatto prima?

Non lo so, forse perché pensavo di non essere all’altezza, di non

Essere abbastanza empatica ed attenta ai bisogni…e si perché di

Empatia ne serve moltissima, mettersi nei panni di chi ha bisogno,

di chi non riesce più ad essere autonomo e anche i più semplici movimenti difficili e allora ci siamo noi che siamo di supporto agli infermieri ed ai pazienti, e che dopo l’accordo tra stato e regioni del 2001 l’operatore socio sanitario viene riconosciuto come figura professionale e svolge il suo lavoro nel contesto sociale e sanitario. Che dire!!!!Prima le lezioni in D.A.D per via del COVID, abbiamo studiato tanto, tanto da aver paura di non farcela,  poi il tirocinio sanitario conseguito nel reparto di oncologia, esperienza indimenticabile, un turbinio di emozioni non solo il primo giorno,  ma tutte le mattine che mettevo piede in reparto. La felicità di essere lì, ma nello stesso tempo la paura di sbagliare qualcosa o di deludere i miei colleghi, però giorno per giorno ho fatto tanta esperienza: dal rifacimento del letto, la somministrazione del pasto, l’igiene, la relazione d’aiuto e tantissime altre cose di mia competenza ma la più grande sorpresa l’ho avuta sentendomi pronta e preparata grazie allo studio teorico fatto con i mie professori che mi hanno accompagnato e formato con professionalità e attenzione, il mio percorso in oncologia mi ha fatto scoprire un mondo di dolore ma anche di tanto amore per le persone che soffrono e l’importanza delle cure palliative e l’accompagnamento al fine vita, essere di aiuto, essere vicini a loro in quel momento è importantissimo: le coccole, le bugie bianche (come le chiamo io) le rassicurazioni e quegli occhi che ti guardano come ad implorarti e si affidano a te e ti senti chiamare con dolcezza: signorina?

Mi domando, si possono amare i pazienti? Sì, li ho trovati tutti uguali, senza sesso, senza razza o cultura, solo un’unica cosa che li accumunava “aiuto e bisogno”. Mi sono improvvisata: parrucchiera,  estetista, psicologa, figlia, nipote sono diventata tante persone per soddisfare i loro bisogni, nel mio cuore sono rimaste in maniera indelebile. Ho pianto tanto il primo periodo, troppe emozioni,  troppe sollecitazioni poi ho capito il mio ruolo che credo di aver svolto “nel mio piccolo” bene soprattutto quando il referente infermieristico mi ha detto: ”grazie della tua umanità ”e poi ho ricevuto a fine percorso una lettera di encomio, inoltre mi è stata data l’opportunità di lasciare un segno del mio passaggio li: decorando le vetrate e realizzando un opera donata da una paziente è stato un onore per me.

Il tirocinio sociale svolto nella struttura S.LUCIA, esperienza bellissima però diversa con ospiti e bisogni diversi, anche qui ho appreso moltissimo “i miei nonni” cosi li chiamo io. Ho dovuto imparare a conoscerli, conoscere le loro vite e abitudini e così facendo ho compreso la loro malattia, si perché ho capito che conoscendo loro riuscivo a gestirli a fronteggiare i loro disturbi principalmente affetti da demenza e Alzheimer, perdita progressiva delle funzioni mentali e cognitive. anche in questo caso le indicazioni e lo studio hanno fatto la differenza, pazienza,  preparazione ed empatia:  ho prestato attenzione alla comunicazione, formulato P.A.I insieme all‘equipe, ho agevolato l’autonomia del paziente affinché non perda la fiducia, ho aiutato a scegliere un abbigliamento adeguato, insomma ho fatto in modo che la loro necessità e bisogni fossero tutti soddisfatti, persino il compito della ricreazione improvvisandomi educatrice e mi sono scoperta in grado di intrattenere e far divertire, ed entrare in confidenza con l ‘anziano che ha tanto da raccontare perché la vecchiaia è un dono e una risorsa importante “ il nuovo popolo” una ricchezza per i giovani.

Questa esperienza mi ha lasciato la consapevolezza che il cuore, la sensibilità e la professionalità fanno la differenza. Empatia, dedizione e amore.

Non ho soltanto preso un diploma ma mi sono arricchita di esperienza ed ho acquisito il valore del donare e donarsi.

Tutto questo lo dedico alle mie pazienti che non ci sono più e che ho tenuto per mano: ADRIANA, FRANCESCA, PAOLA, M.GINA. Vi porterò sempre nel mio cuore. Un grazie va all’istituto Mancini,  ai professori, ai colleghi, al reparto di oncologia, referente infermieristico, il primario, i medici, alla struttura S.LUCIA, Tiziana tutor, alle suore, alla madre superiora, alle mie amiche di corso, a chi mi ha sostenuta.

 Pompili Jlenia – Corso  Oss 6

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