La storia del motociclismo è di casa a Rieti, Fiorello Formichetti e le sue rarità in giro per l’Italia: “Ora si faccia un museo”

(di Christian Diociaiuti) “La ricchezza di Rieti in termini di motociclismo d’epoca è invidiabile, valorizziamola“. È il grido di un titolato appassionato come il reatino Fiorello Formichetti, collezionista, restauratore ma soprattutto Esaminatore Nazionale per il Registro Storico della Federazione Motociclistica Italiana: “Sì, sono io che verifico le moto e le pratiche per il registro storico per la Fmi”, racconta.

Un’eccellenza reatina che porta in giro per l’Italia – oltre che nella sua Rieti – vere e proprie perle del motociclismo, dai primi anni del Novecento agli Anni ’60. Come la “Frera” del 1912 o la “Beccaria” del 1925 oppure la “Ancora” del 1936. “Possiedo un pezzo per decennio, utile a capire l’evoluzione del motociclismo nazionale (e non solo, ndr)” racconta Formichetti, che non fa solo dell’aspetto tecnico una passione, ma anche dell’aspetto culturale che le due ruote hanno rappresentato e rappresentano nelle varie epoche fino ad oggi. Oltre ad aver curato diverse mostre, in particolare sotto gli Archi del Vescovado grazie all’associazione fondata con amici “Hobby Moto d’Epoca Rieti“, Formichetti ha portato con sé le sue perle a due ruote in tanti posti d’Italia: RietiLife ha parlato negli anni scorsi di Spoleto (leggi) e recentemente si è inserita la partecipazione a un maxi evento a Mondovì, patria delle Moto Beccaria, avanzatissime per l’epoca in cui sono state progettate e realizzate (1925). Oggetti di culto per chi delle due ruote è appassionato o ne fa un lavoro. Partecipazione, quella di Formichetti a Mondoviù, che ha dato il via anche ad altri progetti: dalla realizzazione di un “monumento” sul calco della moto Beccaria (un pezzo unico) posseduta da Formichetti, fino a un possibile gemellaggio tra Rieti e Mondovì (leggi leggi).

Le moto già citate (Frera, Beccaria e Ancora) saranno protagoniste, dal 24 al 28 agosto, in via Roma 120 a Rieti di una mostra, curata dallo stesso Formichetti, durante la Fiera Mondiale del Peperoncino: un modo non solo per conoscere dei pezzi unici o rarissimi, ma anche la storia e l’evoluzione del motociclismo italiano, dall’inizio del 1900 fino ai nostri giorni (leggi). Sarà possibile rivolgere domande direttamente a Fiorello Formichetti e guardare da vicino mezzi che vantano una tecnologia che un secolo va non aveva eguali.

“Ciò che porto avanti da anni – racconta Formichetti, che ha restaurato la sua prima moto negli Anni 90, un Guzzino 65 – è il coronamento della mia passione e dedizione. L’ho fatto sempre per il bene comune. Oltre ai restauri e alle mostre, gli incontri avuti e quanto ho realizzato, tutto mi ha permesso di capire che Rieti vanta un’eccellenza, in termini di motociclismo d’epoca, che non ha eguali. Ci sono dei pezzi, e non parlo solo delle mie moto, che sono un riferimento per tutta Italia e che tutti ci invidiano e chiedono, rappresentative per i decenni pre e post bellici. Ho stimato un bacino di 500 pezzi in tutto il Reatino i quali potrebbero animare un museo che in altre parti d’Italia farebbero carte false per avere. La ricchezza c’è, valorizziamola. E chi ne ha la facoltà, catalizzi questa possibilità per farne un volano economico, turistico e culturale“.

Le moto di Formichetti sono state “opzionate” per il passaggio a Rieti della Transitalia Maraton, che porterà in città centinaia di appassionati delle due ruote turistiche, messi in condizione di toccare con mano la storia del motociclismo nel “summit” che sarà ospitato a settembre (il 28).

Foto: Formichetti ©

Print Friendly, PDF & Email