Mattia Furlani vola nella gara dei grandi: 7,90. Roberta Bruni, ottimo quarto posto a Montecarlo

Foto: Montesano/Wanda Diamond League via FIDAL ©

(da fidal.itMontecarlo regala soddisfazioni ai laziali. La decima tappa della Wanda Diamond League, al Meeting Herculis del Principato di Monaco, rilancia la primatista italiana dell’asta Roberta Bruni, al quarto posto con 4,51. Decimo posto per Gaia Sabbatini nei 1500 (4:04.96). In chiave futuro, continua a stupire per costanza di rendimento il 17enne Mattia Furlani, senza paura al debutto in Diamond League, settimo con 7,90 (-0.3) nel lungo a pochi giorni dai quattro turni di gara dei Mondiali U20 di Cali e con il fuso orario ancora da smaltire del tutto.

FURLANI, UNA NOTTE TRA I GRANDI – Andare a rileggere le misure con cui si era saliti sul podio ai Mondiali U20 di Cali (7,91 l’argento del cubano Parada, 7,90 il bronzo del brasiliano Boza, giusto otto giorni fa), è un esercizio che serve relativamente. Il debutto di Mattia Furlani nel mondo dei grandi, in una tappa della Diamond League che schierava il campione olimpico Miltiadis Tentoglou, il campione mondiale di Doha Tajay Gayle e una sfilza di finalisti iridati, è l’ulteriore conferma di quanto sia enorme e puro il suo talento: l’azzurro delle Fiamme Oro irrompe nella gara con un robusto 7,90 iniziale (-0.3 il vento) e poi mette a segno altri buoni salti da 7,50, 7,65, 7,46, prima del 6,80 di chiusura. Il reatino si gode il settimo posto nel massimo circuito mondiale a soli diciassette anni, di nuovo vicino agli otto metri. Il curriculum di chi lo supera in classifica è invidiabile: bronzo olimpico per il cubano Maykel Massó che si impone con 8,35 (-0.4), oro olimpico e mondiale indoor per il greco Tentoglou secondo con 8,31 (-0.5), titolo mondiale indoor di Portland 2016 e altri due bronzi al coperto per l’americano terzo classificato Marquis Dendy (8,31/-0.6), oro mondiale 2019 per il giamaicano Gayle oggi quarto (8,06/+0.4), campione in carica della Diamond League lo svedese Thobias Montler (quinto, 7,96/+0.1), personal best da 8,36 per l’indiano Murali Sreeshankar (oggi sesto, 7,94/-0.8). Poi c’è Furlani, a pochi passi dalle stelle. A quattordici centimetri dal suo primato di 8,04 con cui ha impressionato a Gerusalemme conquistando l’oro europeo U18. Battuto, stavolta, il campione del mondo U20 Erwan Konate (Francia), ottavo con 7,87 dopo l’8,08 tutto d’oro di Cali. Restando con i piedi per terra, si può davvero sognare.

“Un’emozione unica, un pubblico mozzafiato – le parole del saltatore allenato dal papà Marcello e dalla mamma Khaty Seck, fratello dell’altista azzurra Erika convocata per gli Europei di Monaco – è stata la gara più bella della mia vita. Saltare con i top mondiali è stato qualcosa di incredibile. Benissimo il primo salto, gli altri sono stati leggermente scarichi, ma ho sentito anche un po’ il jet lag perché sono appena rientrato da Cali. Alto o lungo? Prima o poi decideremo: le continuo a portare avanti entrambe ma nelle gare più importanti porterò quella in cui sono più in forma. No, mio papà non preferisce che io faccia l’alto: preferisce che io mi diverta”.

VERSO GLI EUROPEI: BRUNI E SABBATINI – Nell’ultimo test prima degli Europei di Monaco di Baviera, buon quarto posto per Roberta Bruni (Carabinieri) nell’asta del Meeting Herculis. La primatista italiana impiega due tentativi per saltare 4,36 e 4,51, quindi sbaglia i tre salti a 4,66. Ci riescono in tre, ma non vanno più in alto di così: l’australiana Nina Kennedy alla prima, la statunitense Sandi Morris alla seconda, la greca Katerina Stefanidi alla terza, dopodiché errori per tutte a 4,76. “È stata un’iniezione di fiducia dopo un Mondiale che non è andato come ci aspettavamo – le parole di Bruni – Seconda delle europee, sono veramente contenta: peccato per la pioggia in riscaldamento ma sono riuscita a gestirla”. Decimo posto per Gaia Sabbatini nei 1500 della folgorante Faith Kipyegon (Kenya), seconda donna di sempre con un sensazionale 3:50.37 a soli tre decimi dal primato del mondo che l’etiope Genzebe Dibaba realizzò sette anni fa, su questa stessa pista dello stadio Louis II. Due gare in una, come prevedibile: Kipyegon traghettata dalle lepri fino ai -600 metri, prima di scatenarsi in solitaria, e indietro, a distanza, tutte le altre, tra cui la teramana delle Fiamme Azzurre che chiude a circa tre secondi dallo stagionale con 4:04.96. “Ho sentito il tifo di tanti italiani durante la gara, questo mi riempie il cuore di gioia – commenta – Sono un po’ stanchina, stasera mi sono persa nell’ultimo cinquecento. Ma l’importante era non fare errori tattici e oggi mi sono mossa bene. Adesso recuperiamo le energie per Monaco”.

 

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