Caso Tamberi-Fassinotti ai Tricolori: “Chiedo scusa, ma sono stato provocato”

Non è passata inosservata a Rieti la mancata stretta di mani tra Gianmarco Tamberi e Marco Fassinotti dopo la finale del salto in alto agli assoluti di atletica, vinta dal campione olimpico. Il giorno dopo è lo stesso Tamberi in un video su Instagram a spiegare il motivo di quanto accaduto in pedana “perché vedo molte ipotesi su come sono andati i fatti”. Lo riporta Lapresse. “In primo luogo ci tengo a scusarmi, perché in un momento di massima tensione ho reagito a una provocazione e questo è sbagliato. Non bisogna mai scomporsi, non ho dato un buon esempio a chi mi guardava”, ha dichiarato il campione di Tokyo per il ‘vaffa’ inviato al suo avversario ripreso dalle telecamere tv. “Sono stato provocato e sono caduto nella provocazione. Detto questo, vorrei andare nel dettaglio: è stata una gara che si è decisa allo spareggio, tra me e Fassinotti. Avrei voluto saltare molto più in alto, perché era la mia ultima prima del Mondiale”, ha detto Tamberi. “Marco sapeva quanto ci tenessi. Invece è andata diversamente – ha aggiunto – ho avuto difficoltà durante tutta la gara. Quando ho saltato 2.26 e ho vinto, la gara non poteva continuare perché l’asticella non si poteva piu’ alzare”, ha proseguito Tamberi sostenendo che è una ‘menzogna’ il fatto che avesse chiesto ai giudici prima dello spareggio di saltare un’altra misura.

“Quando sono sceso dal saccone, sono andato incontro a Marco per stringere la sua mano e congratularmi della sua buona prova. Lui mi ha guardato con un sogghigno e mi ha detto ‘tanto non puoi’ andare avanti’, come a dire ‘avrai anche vinto ma non puoi ottenere quel che cercavi’. Io a quel punto non ci ho visto più, anche perché mi stava stuzzicando per tutta la gara ed era successo anche in passato. Tante volte, prima delle gare, mi ha detto ‘tanto non ce la puoi fare”, ha raccontato ancora Tamberi. Infine il campione olimpico in carica ha ribadito che “non bisogna mai scomporsi. Mi dispiace, ma sentirmi dare dell’antisportivo… a me che ho sempre detto che per me il salto in alto è battere se stessi, e per questo ho sempre sostenuto l’avversario. Mi dispiace, perché vuol dire che il mio messaggio non è passato ma per me la sportività per me è la cosa più importante”, ha concluso Tamberi che a Tokyo ha condiviso la sua medaglia d’oro con il saltatore del Qatar e suo grande amico Bashir.

Foto: Emiliano GRILLOTTI ©

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