Asl Rieti: nasce programma di trattamento rivolto ai bambini dai 7 ai 14 anni con disturbi da comportamento

La Asl di Rieti ha attivato presso l’Unità Tutela Salute Mentale e Riabilitazione dell’Età Evolutiva un programma di trattamento multimodale specifico denominato “Coping Power Program”, rivolto ai bambini dai 7 ai 14 anni con Disturbi da Comportamento Dirompente, del controllo degli impulsi e della condotta (disturbo oppositivo-provocatorio, disturbo esplosivo intermittente e disturbo della condotta).

Si tratta di una nuova progettualità che si pone l’obiettivo di incrementare l’offerta terapeutico-assistenziale in favore dei minori in carico presso l’Unità Tutela Salute Mentale e Riabilitazione dell’Età Evolutiva della Asl di Rieti e dei loro genitori, garantendo una presa in carico globale integrata basata sulle evidenze o prove di efficacia.

Il “Coping Power Program”, risulta essere uno dei pochi programmi con caratteristiche di complessità e comprovata efficacia nel trattamento e prevenzione secondaria del comportamento dirompente in età scolare. Tali disturbi hanno un’elevata prevalenza, stimata tra l’1 e l’11% per il disturbo oppositivo provocatorio, il 2,7% per il Disturbo esplosivo intermittente e tra il 2 e il 10% della popolazione in età pediatrica per il disturbo della condotta. Notevolmente elevato risulta inoltre il carico assistenziale per le famiglie, le scuole ed i servizi di salute mentale.

Il Coping Power Program, nello specifico, prevede una parte dedicata ai bambini e una ai genitori: per i bambini sono previste 32 sessioni di psicoterapia di gruppo mentre per i genitori 14 sessioni svolte nello stesso arco temporale, parallelamente al percorso per i bambini, sempre in setting di gruppo.

L’intervento rivolto ai bambini prevede l’utilizzo di tecniche cognitivo – comportamentali e attività volte al potenziamento di diverse abilità quali ad esempio intraprendere obiettivi a breve e lungo termine, organizzare efficacemente lo studio, riconoscere e modulare i segnali fisiologici della rabbia, riconoscere il punto di vista altrui, risolvere adeguatamente le situazioni conflittuali, resistere alle pressioni dei pari ed entrare in contatto con gruppi sociali positivi.

Il lavoro con i genitori, invece, si prefigge di raggiungere obiettivi quali la capacità di gratificare e fornire attenzione positiva, stabilire regole chiare ed esprimere le aspettative sul comportamento del figlio, promuovere l’organizzazione e le abilità di studio, utilizzare appropriate pratiche educative, modulare lo stress genitoriale, migliorare la comunicazione intra familiare e le capacità genitoriali di soluzione di problemi.

Foto: ASL ©

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