Fiesta! Com’è bello festeggiare da Trieste in giù! – Urlo Tifoso | Te la do io l’Europa

In occasione delle partite della Nazionale, RietiLife inaugura la rubrica “Urlo Tifoso” curata da Fabrizio Moscato per analizzare le gare degli azzurri con cuore e passione. Commentate e condividete! 

(di Fabrizio Moscato) La Spagna è un avversario contro cui nelle grandi manifestazioni spesso la spuntiamo (vittorie a Euro ’88, USA ’94, Euro 2016), ma proprio nelle due edizioni dell’europeo vinte dai nostri avversari, siamo stati eliminati dagli iberici: soltanto ai rigori nel 2008, crollando in finale nel 2012. Questa però è un’altra partita, un’altra Italia e soprattutto un’altra Spagna e la musica sarà diversa. Una musica che non può prescindere dalle note di Raffaella Carrà: abbiamo appena finito di darle l’addio, che subito l’Europeo mette di fronte le nazionali dei due Paesi in cui la soubrette aveva incontrato maggiore successo. “Ma che musica maestro!” è il pensiero che i tifosi spagnoli riservano a Luis Enrique. Sorprendendo tutti, il mister spagnolo lascia Morata in panchina, al suo posto un centrocampista in più permette alla Spagna di sfruttare la superiorità a centrocampo, aggredire alta, far girare la palla in velocità e coprire bene il campo.

Mancini ripropone invece gli 11 partiti titolari con il Belgio, con l’eccezione di Emerson Palmieri al posto dell’infortunato Spinazzola. Il laterale sinistro è stato una risorsa per l’Italia, e malgrado Vialli abbia rassicurato il Mancio dicendogli “trovi un altro più bello, che problemi non ha”, sostituirlo è impossibile. Al 4’ minuto Barella colpisce il palo, ma l’azione era ferma per fuorigioco. Gli azzurri però lasciano intendere che alla Spagna lasceranno la gestione della palla, non la vittoria. La pressione spagnola è maggiore, l’Italia esce spesso in palleggio, ma non ci sono grandi occasioni fino al 21’, quando Emerson ruba una palla e serve Immobile, assist per Barella che però perde il tempo per tirare dal limite e si fa murare. Al 25’ Dani Olmo batte a botta sicura dal dischetto, ma Donnarumma è insuperabile. In panchina Vialli non regge la tensione e confessa a Evani: “scoppia scoppia mi scoppia il cuor”. Nel primo tempo però non ci sono altre grandi emozioni, se non due iniziative di Emerson che al 37’ spreca una bella sgroppata di 50 metri non servendo Chiesa, e sul finire del primo tempo coglie scheggia la traversa.

Le statistiche parlano di una partita equilibrata, con la Spagna che fa maggiore possesso: 22 passaggi riusciti su 22 per Pedri, che però si sa, Pedri Pedri Pe’ è praticamente il meglio di Santa Fè. Nella ripresa in quattro minuti continui capovolgimenti di fronte: al 49’ Immobile tira fuori dopo un duello in velocità con Laporte, Di Lorenzo anticipa Torres di un soffio a pochi metri dalla porta, un minuto più tardi è Busquets che tira di poco alto dal limite dell’area e al 53’ dopo uno splendido scambio tra Immobile e Insigne, Chiesa si libera bene ma tira debole e centrale su Unai Simon. Può succedere di tutto, tranne che Evani indovini quanti fagioli ci sono nel barattolo. Al 60’ splendido gol di Chiesa: Insigne mette una palla in profondità, Immobile viene anticipato ma la palla finisce a Federico che calcia con un tiro a giro imprendibile: 1 a 0, che Felicità, tà, tà!

“Vabbè ma col centravanti so’ tutti buoni a far gol!”, provoca Luis Enrique. Mancini, che non è per nulla permaloso, toglie Immobile per Berardi e gioca senza prima punta a mezz’ora dalla fine. Luis Enrique, che non è per niente stupido, mette invece Morata per Ferran Torres. L’Italia arretra, non trova più la profondità, anche se al 68’ Berardi liberato da Chiesa avrebbe l’occasione per segnare, ma da posizione defilata può solo centrare il portiere. Entrano Pessina e Toloi per Verratti ed Emerson ma la musica non cambia: la Spagna è padrona del campo, anche se non è mai troppo pericolosa. All’80’ però è proprio Morata a pescare il pari dopo un uno due che taglia fuori tutta la difesa. Siamo in difficoltà e Mancio rimette il centravanti: all’85’ Belotti sostituisce Insigne, Locatelli entra per Barella.

Ai supplementari l’Italia non ne ha più, la Spagna spinge e crea mischie pericolose ma Donnarumma è un gigante e la difesa attenta. Esce Chiesa per Bernardeschi, anche la Spagna cala un po’, Berardi segna ma è in fuorigioco e si finisce ai rigori. Locatelli e Dani Olmo si dicono reciprocamente “A far l’amore comincia tu” ed entrambi sbagliano il primo rigore. Segnano Belotti, Gerard Moreno, Bonucci, Thiago Alcantara, Bernardeschi, finché arriva il turno di Morata, lo spagnolo angola ma mentre la palla va verso la sua sinistra, Donnarumma sente Vialli intonare “Vaaaa, ti prego va da lei, non farla più aspettare, e salutala per meee…” Il portierone accetta l’invito e si tuffa verso la palla: parata! Adesso tocca a Jorginho: Vialli sussurra a Mancini “Chissà se va”, l’italo brasiliano guarda il portiere cadere verso un lato e appoggia la palla sul lato opposto, Mancini può rispondere “ma sì che va”. Siamo in finale, que dolor per la Spagna, Fiesta per l’Italia: Ballo ballo ballo! (Ciao Raffaella, scusa se abbiamo giocato un po’, ci mancherai)

Foto: Nazionale di Calcio ©

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