Vescovo: “La Processione di Sant’Antonio tornerà. Ora guardiamo alle ‘processioni’ di chi è in difficoltà”

Si chiudono i festeggiamenti di Sant’Antonio. Discorso del vescovo Pompili dopo la celebrazione pomeridiana officiara da Raniero Cantalamessa. Pubblichiamo le parole di Pompili.

 

Conclusione della liturgia eucaristica senza la processione

Una parola soltanto per dire grazie al card. Cantalamessa, a p. Raniero. Grazie per aver reso presente con la sua parola sapiente e carismatica il dono della predicazione. Come, infatti, davanti a Gregorio IX, sant’Antonio tenne le sue prediche; così Lei è da decenni il predicatore della Casa Pontificia. E stasera con la sua presenza amabile e discreta ha indirizzato i nostri cuori a “toccare” la santità di un uomo che è da secoli il riflesso trasparente della santità di Dio.

Non è stato possibile “toccare” sant’Antonio per le vie della Città, come pure si era inizialmente sperato, ma ad una valutazione più oculata va riconosciuto che una processione… senza la processione è una contraddizione in termini. Tale da generare una delusione ben peggiore di quella che patiamo ora. A pandemia conclusa realmente e globalmente, torneremo a vivere l’antica processione dei ceri. È questa che tutti, Pia Unione e cappellani in primis, rimpiangiamo nella sua originale espressione di pietà popolare che neanche le trasformazioni degli ultimi decenni è riuscita a modificare.

Vien da pensare, infine, che vi siano altre “processioni” secolari e non religiose che dobbiamo scongiurare in questo tempo che attraversa una inedita crisi sanitaria ed economico-sociale. Penso alla processione… di quelli che cercano lavoro, alla processione… dei poveri alla mensa di Santa Chiara, alla processione… dei drogati e degli spacciatori; alla processione dei ludopatici davanti alle slot machine e ai “gratta e vinci”, alla processione… dei debitori e degli usurai, alla processione… degli anziani che hanno bisogno di cura e di sostegno.

Preghiamo sant’Antonio perché ci si attivi tutti, ai diversi livelli, per scongiurare queste inutili “processioni” e così il prossimo anno vivere in pienezza il senso autentico della festa di Sant’Antonio. Sarebbe il segno che siamo veramente fuori da una emergenza che mai avremmo immaginato di vivere.

 

Foto: RietiLife ©

Print Friendly, PDF & Email