Le materie prime minacciano la ricostruzione: i rincari fanno lievitare i costi. Altra mannaia per le zone del sisma

(di Federico Ducco – da RietiLife Free Press) Ricostruzione post sisma a rischio a causa dell’aumento dei prezzi delle materie prime che, appunto, andrebbero a frenare la ripartenza del settore edile. Per Ance e Confartigianato, infatti, nonostante il boom di richieste per accedere ai superbonus per l’efficientamento energetico il settore dell’edilizia deve fare i conti con gli aumenti nei costi delle materie prime come l’acciaio, che tra novembre 2020 e febbraio 2021 è lievitato del 130%, oppure i polietileni per le plastiche, aumentati del 40%, o ancora i derivati petroliferi e del rame che segnano aumenti rispettivamente al 34% e 17%.

Questo mette in grande difficoltà gli imprenditori, soprattutto per quanto riguarda i contratti in essere e nello specifico in riferimento alle grandi opere. Soprattutto a Rieti e al cratere del terremoto, dove il prezzario utilizzato è ancora più vecchio di quello approvato lo scorso anno. Una situazione che mette a rischio la tenuta delle imprese costrette a fare i conti con costi sempre più elevati e che si ripercuote naturalmente anche sui cittadini, che si dovranno confrontare con conti più salati. Preoccupazione è stata espressa dai vertici di Ance Rieti che denunciano “un aumento esponenziale dei prezzi con il cemento cresciuto dell’8% e una manovra speculativa da parte dei grandi fornitori, ma con i tempi di consegna che si sono allungati notevolmente”. Una situazione tanto complicata da portare a paventare addirittura un blocco dei cantieri.

Foto: RietiLife ©

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