“Covid 19 a Rieti”, un libro che racconta due anni di lotta e si fa manifesto per la ripartenza

(di Giacomo Pasquetti) Un libro scritto a caldo, quasi in presa diretta con gli eventi che hanno segnato questi due ultimi anni di pandemia. Fra le pagine di “Covid 19 a Rieti”, questo il titolo del libro a cura della dottoressa Marinella D’Innocenzo e del professor Giorgio Banchieri, sono contenute le esperienze che hanno segnato operatori sanitari e sociali del Reatino. Testimonianze di chi ha vissuto e combattuto la lotta al covid in prima linea. Ma anche tecniche, politiche ed esperienze che si fanno manifesto per ripartire. Imparata la (dura) lezione, è il momento di rimboccarsi le maniche e andare avanti per prepararsi ai nuovi compiti previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

A introdurre il libro, le parole del presidente della Fondazione Varrone Antonio D’Onofrio che ne ha resa possibile la pubblicazione: “Oggi presentiamo un primo momento di esame nei confronti del Covid. La fine della pandemia si intravede, ma i mutamenti che essa ha messo in atto ci costringono ad adeguarci ad un nuovo orizzonte. Questo libro serve per ragionare su quello che è stato fatto e quello che avremo da fare. Da quando l’emergenza è iniziata, la Fondazione ha cancellato tutti i programmi e si è adoperata per aiutare al meglio la Asl e il sistema medico tramite attrezzature e spazi. Ora è impellente risolvere nuovi problemi. Certo è che Asl, Fondazione e Curia continueranno a collaborare”.

L’Assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, in diretta video commenta: “Un libro importante che raccoglie esperienze utilissime per il futuro e che testimonia l’importanza della sinergia fra sanità e Regione. Nella lotta al virus il fattore tempo è fondamentale e i centri vaccinali di Rieti funzionano bene. Contiamo entro fine agosto di aver vaccinato quasi tutta la popolazione”.

Il Direttore Generale della Asl, Marinella D’Innocenzo, spiega l’importanza del libro come compendio di esperienze: “Il libro si sofferma sulla fase più dura del periodo pandemico, quella in cui il covid ci ha insegnato a gestire l’imprevedibilità. Ma al tempo stesso, in questo clima di difficoltà, sono emerse le potenzialità di ogni struttura. Ad oggi abbiamo vaccinato l’80% degli anziani, dato raggiunto da nessun altro in tutta Italia. La collaborazione era e rimane l’unico modo per affrontare le avversità”. Il professor Giorgio Banchieri aggiunge: “La Asl di Rieti ha avuto grande capacità di adattamento e resilienza, dimostrandolo sul campo. Ma è stata anche punto di riferimento come rete di protezione sociale e di sostegno per chiunque ne avesse bisogno. Ora affrontiamo il futuro a testa alta, attenti a non abbassare la guardia”.

 

Presente anche il Sindaco di Contigliano, Paolo Lancia, primo comune in zona rossa nel Reatino: “L’esperienza vissuta da Contigliano, ha raggiunto il culmine con l’epidemia scoppiata nella casa di riposo. É stato possibile porvi riparo solo grazie alla cooperazione con tutto il territorio e alla Asl: quella casa di riposo, grazie agli sforzi congiunti e al coraggio di tutti, divenne centro anti covid. Da qui l’idea per il futuro. Crediamo che debbano essere attivate risorse per la sanità e il nuovo ospedale a Rieti sarà decisivo. Ma è necessaria capillarità e per ottenerla la Asl sarà fondamentale”.

Per le conclusioni interviene il Vescovo di Rieti, Domenico Pompili, che afferma: “Credo che lo stupore sia l’altra faccia di questa tragica e spaventosa esperienza. La Asl è riuscita a superare uno stress test notevole, non trincerandosi dietro misure burocratiche ma avendo il coraggio di portarsi in prima linea. Abbiamo anche scoperto che la salute è un bene comune e su questo fronte l’Italia ha da insegnare a tanti. Il nuovo ospedale di Rieti sarà un faro luminoso per il futuro”.

Foto: Gianluca Vannicelli ©

Print Friendly, PDF & Email