La Sabina Universitas a Palazzo Aluffi dal prossimo anno accademico

(di Federico Ducco – da RietiLife Free Press) Rivitalizzare il centro storico sfruttando al meglio le potenzialità della Sabina Universitas. Per il prossimo anno accademico, infatti, i 300 studenti del corso di Ingegneria, così come la direzione e la segreteria universitarie, saranno trasferiti in pianta stabile a Palazzo Aluffi, nel cuore della città, in via Cintia.

Lì dove ora c’è un cantiere, insomma, si farà lezione. L’arrivo dei corsi universitari in centro costituisce un’assoluta novità. Perché negli anni, gli universitari della città sono stati accolti in sedi decentrate come in via Canali, dal 2000 al 2006, nei locali dell’Asi, in via dell’Elettronica, e poi ancora, nel 2016, l’anno del terremoto, all’istituto Ciancarelli in via Ricci, dove si trovano tuttora. Fino all’avvio del prossimo anno accademico. I lavori a Palazzo Aluffi sono in dirittura d’arrivo (o quasi) e il presidente della Provincia, Mariano Calisse, è fiducioso sui tempi di consegna. Dopo anni di chiusura, lo storico edificio tornerà a nuova vita così come i ragazzi torneranno a popolare le vie e le piazze del centro portando, si spera, vitalità e cultura. L’ultima destinazione dello stabile era stata quella di caserma e comando provinciale dei Carabinieri, e del suo restauro si parlava dal post sisma del 1997, quando vennero stanziati 3,7 milioni circa lordi.

E all’arrivo degli universitari in centro guarda da sempre con interesse il presidente di Confcommercio Leonardo Tosti. Lo spopolamento delle attività commerciali, infatti, è stata la conseguenza della fuga di molti residenti che hanno preferito trasferirsi in periferia per abitare in case più sicure dal punto di vista sismico. La speranza adesso è che la “casa” della Sabina Universitas rappresenti anche e soprattutto un nuovo inizio in termini di impegno economico da parte dei soci del Consorzio e delle università – La Sapienza e la Tuscia – che gestiscono i corsi e a sua volta un volano per rilanciare il centro storico.

Foto: Riccardo FABI ©

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