L’album del reatino Gabsvegas ti porta ‘300 Miles Away’: “Scritto durante il lockdown. È una storia: la mia”

(di Christian Diociaiuti) “L’album va ascoltato così, un brano dopo l’altro. C’è un filone narrativo. È una storia. La mia”. Parole (e musica) di Gabriele Veronese, reatino, classe 1991 al suo primo lavoro da solista (come Gabsvegas). È disponibile su Spotify (lo trovate in fondo all’articolo) il primo album del cantautore reatino, che in passato ha animato con altri amici e musicisti il progetto dei Brooks of Sheffield.

“In questo album – dice Gabriele Veronese a RietiLife – ci sono canzoni che mi sono ritrovato a scrivere durante il primo lockdown. Non volevo che musica e testi rimanessero in un cassetto”. Così, ne è nato un album che, in un vero e proprio percorso, propone i brani 300 Miles Away (From the Middle of Nowhere), Cold Hands, Letter To Julie, All The Abiding Doubts ed Eloquence.

“C’è una narrativa in questi pezzi – continua Veronese – e dalla copertina si può capire il tenore del lavoro. C’è una foto di un ricercatore, che mi ha gentilmente concesso lo scatto, che ritrae un fenomeno particolare, i frost flowers (letteralmente, fiori di ghiaccio). Credo che quello sia il luogo perfetto per rappresentare 300 Miles Away (From The Middle Of Nowhere), 300 miglia dal centro del nulla“. Kasabian, Oasis, Kings of Leon ma anche grande cantautorato italiano e internazionale: nella sua maturazione artistica Gabriele Veronese “Gabsvegas” si è nutrito musicalmente di tutto. E nell’album si sente. Ma non solo lì, anche nel video.

Nella versione acustica di 300 Miles Away (From The Middle Of Nowhere) disponibile su YouTube (e anche sotto) spunta anche un poncho: “Mi piace Sergio Leone, quello che si vede è la replica originale del poncho che Clint Eastwood indossa nella Trilogia del Dollaro. Sono un grande appassionato”.

Nel percorso dell’album, cantato in inglese, escono fuori sonorità coinvolgenti e che sanno trasmettere un senso di “smarrimento” che l’autore non nasconde. Un macigno che va demolito. Magari andando a trecento miglia dal centro del niente. Dopo in alcun modo le cose possono pesare.

E non lasciatevi ingannare dalla localizzazione del video (Auckland, Nuova Zelanda). Il video è reatinissimo, così come il missaggio e tutto il lavoro grafico intorno: “Voglio trasmettere un messaggio positivo – spiega Gabriele Veronese – che la nostra città, Rieti, sa partorire qualcosa di buono. Mix e mastering, come l’artwork sono fatti da reatini. Giovani, validi. E quindi grazie a Simone Micheli, frontman degli Hike, per mix e master, ArtiVision (Stefano Giuliani e Dario Coronetta) per il video, Federica Mungo per le foto”.

Album consigliato. Rimane solo una questione: perché Gabsvegas. “Gab è il nomignolo che mi danno amici e conoscenti da sempre. E vegas? Arriva dalla canzone Vegas Two Times (Stereophonics, ndr). Facile no?”.

“When I explained my feelings You were sinking in the sand And I was trying hard to pull you back Then you replied politely ‘I am drowning in my tears’ And I should’ve understood that I’m 300 miles away from the middle of nowhere I’m 300 miles away from the middle of nowhere”

IL VIDEO DI 300 MILES AWAY

Ascolta la playlist di 300 Miles Away su Spotify direttamente da RietiLife.

Foto: Mungo – Gabsvegas via Fb ©

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