“Nature”, la bellezza del territorio in una foto: ecco mamma cinghiale con i figli

Inauguriamo la rubrica “Nature” con lo splendido scatto di Federico Ranalli che raffigura una mamma di cinghiale con i suoi cuccioli mentre camminano nei prati del Parco Regionale dei Monti Lucretili.

Il Parco Regionale dei Monti Lucretili è uno dei parchi più grandi del Lazio, sorprendentemente ricco e “selvatico” nonostante le quote modeste e la vicinanza alla metropoli, comprende la fronte dell’Appennino verso la pianura tirrenica. La montagna più alta è il Pellecchia, 1368 metri a dominio della valle del torrente Licenza. I paesaggi del Parco comprendono boschi, ampi pianori carsici, laghetti.  Il Parco si trova tra le province di Rieti e di Roma e vede la presenza, al suo interno o in prossimità, di 13 Comuni e alcune frazioni con centri storici medioevali e imponenti castelli.

L’intero territorio del Parco coincide con l’areale di caccia di una coppia di Aquila reale nidificante nelle aree dominate dagli aspetti rupicoli, che si può osservare volteggiare a grandi altezze nei cieli di queste montagne.

Altre rarità hanno trovato rifugio all’interno dell’area protetta come la coturnice che, in piccole brigate, si può incontrare sui pascoli montani o ancora la martora che frequenta i boschi maturi dei settori interni. Presenza importante anche dei cinghiali che approfittano delle enormi faggete che ricoprono il territorio del parco.I corsi d’acqua costituiscono l’ambiente idoneo alla persistenza di specie localizzate come la rara salamandrina dagli occhiali, l’ululone dal ventre giallo e il merlo acquaiolo. Tra i predatori, sporadicamente frequentano l’area il lupo, che si spinge fino ai rilievi prospicienti la pianura, e il gatto selvatico. La macchia della fascia basale ospita popolazioni di istrice e tasso, mentre nei boschi mesofili, nei querceti e nelle localizzate aree rimboschite non è difficile osservare lo scoiattolo.

Nell’inverno del 1998 è stato osservato un esemplare di orso marsicano a testimoniare come la tranquillità e la protezione offerta da un’area tutelata possano rappresentare lo stimolo per la ricolonizzazione dei territori da parte di specie considerate localmente estinte.

Foto: Federico RANALLI ©

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